
DISCORSO DEL PAGANO ZARATUSTRA AD UN CRISTIANO SULLA SPERANZA E L’IMMAGINAZIONE, QUINDI LA VITA
- Da più parti si sente il termine speranza. C’è speranza che finiscano le guerre, speranza che i poveri diventino meno poveri, speranza nella vita ultraterrena e via dicendo.
- E lo vediamo con la nomina del nuovo Papa Leone, tutti fanno a gara a sperare che qualcosa cambi. Ma io ti dico caro cristiano che mi è sempre rimasto in mente quel detto: “chi vive sperando muore cagando”. Mi ha sempre fatto stare male pensare questo, ma è la verità.
- Forse anche Gesù Cristo avrà sperato che i suoi nemici non lo mettessero in croce, così sarà stato anche per rivoluzionari laici come Lev Trotsky, assassinato da Stalin in Messico con un colpo di pistola alla schiena, e per Bettino Craxi, il grande statista italiano che era in esilio ad Hammamet. Lui sperava che, nonostante tutto, chi lo odiava lo facesse almeno tornare a morire in Italia.
- Poi ho capito che non bisogna sperare perché la speranza è soprattutto il nostro egotismo e il nostro egoismo. Speriamo nella pace perché vogliamo, con la pace, cambiare le regole e creare un mondo non pluralista a nostra immagine e somiglianza, dove non ci sia più il barlume della violenza.
- Per certi preti bigotti si potrebbe benissimo fare in modo che tutte le parole o discorsi anti-religione o quelli anti-Stato fossero tutti da proibire, come succede negli Stati teocratici, comunisti o fascisti.
- C’è una cosa che smentisce la speranza, ed è la scoperta del tempo nel mondo occidentale grazie alla fisica quantistica di Albert Einstein e la scoperta della distrazione. Il tempo diminuisce la speranza nel suo corso lineare.
- Poiché la speranza dovrebbe essere un mondo unito, senza nazioni, senza sovranismi, senza totalitarismi, dove tutti potessero dire quello che vogliono, pregare quello che vogliono, vivere secondo lo stile di vita che scelgono senza essere giudicati (sempre che non facciano nulla di male), e l’economia, cioè il mondo materiale, dovrebbe essere gestita in modo uguale per tutti i continenti e le nazioni della Terra.
- Cosa che si pensava potesse avvenire, ma è stata sconfessata prima nel 2001 con l’attacco alle Twin Towers da parte dell’integralismo islamico, che allo stesso pari del cattolicesimo e delle altre religioni non accetta un mondo unificato senza nazioni e con un’unica religione.
- Poi questo progetto di mondializzazione è stato sconfessato dalla crisi subprime del 2008, che ha fatto risorgere i populismi e i nazionalismi contro la finanza mondiale con le sue agenzie di globalizzazione (MTV, musica, OGM, scienza, new age, televisione, radio, internet, finanza), fino alla sconfessione totale nel 2010 con l’emergere delle nuove potenze come gli imperi geopolitici in fase di crescita: BRICS, Brasile, Russia, Cina, Sud Africa.
- Adesso, come adesso, questo progetto è stato sconfessato dall’asse Trump-Putin e dalla fine della democrazia interna agli Stati e di una qualsiasi forma di democrazia globale.
- Ecco che il tempo della storia diviene il tempo dell’individuo ormai assoggettato al riemergere delle ideologie del passato e delle religioni monoteistiche.
- Ma il tempo ci dice anche che non c’è un ordine di tempo di realizzazione dei fenomeni. Ecco perché il tempo della vita, con l’invecchiare, diminuisce sempre più e quindi, non vedendo realizzata la speranza terrena di un mondo di distribuzione della materialità e dell’uguaglianza, gli individui pensano a due cose:
- La prima: rinnovare la speranza terrena in un mondo migliore mediante ideologie del passato che si pensa possano essere rivisitate e riproposte e non essere più fallimentari. E la speranza in esse come noumeno intellettuale ed emozionale, nel senso che ci si attiva per realizzarle (fascismo, comunismo, cristianesimo, islam, ebraismo, induismo ecc.).
- In secondo luogo, nel noumeno della speranza terrena si cercano capri espiatori, ovvero coloro che impediscono il realizzarsi della speranza come noumeno emozionale ed emotivo e della speranza come realizzazione concreta terrena. E questi capri espiatori sono i ricchi, gli anarchici, i senza patria, i rom, gli apolidi, la finanza, i diversi, i pervertiti ecc.
- Purtroppo, nella seconda casistica e nella terza, vedremo come la speranza terrena si fonda nel cristianesimo, a differenza delle altre religioni e in particolare nella religione cattolica, in una religione del dominio terreno della speranza, dove tutti sono obbligati terrenamente a sperare e chi non si sottomette a Dio e non spera viene emarginato e considerato negativamente.
- Purtroppo siamo dominati dalla speranza che si sviluppa grazie al concetto di tempo e diventa il tempo della speranza.
- Le ideologie della speranza terrena, come il comunismo e il fascismo, nate in ambiente monoteistico, impongono una speranza obbligatoria nel sistema statuale, pena l’eliminazione di chi critica quel sistema e quindi non spera. Fu così per tutti gli scrittori del Samizdat in Unione Sovietica, che preventivavano la caduta del socialismo reale ma, se erano scoperti a dire questo, venivano eliminati.
- Le ideologie della speranza ultraterrena, come l’Islam, hanno invece come nemico la distrazione. La distrazione è il nemico di tutte le religioni, anche di quella cattolica.
- Ed il mondo moderno è pieno di distrazione. Essa produce comportamenti sessuali liberi, condannati dalle religioni. O produce musica, passatempi, giochi, film, letture che distraggono dagli elementi dottrinari delle religioni.
- Ecco perché il monoteismo ha lanciato un attacco senza precedenti alle Twin Towers l’11 settembre 2001: perché in quelle torri c’erano agenzie di comunicazione globaliste, e agenzie di globalizzazione o socializzazione globalizzata che perturbavano la rigidità del monoteismo e della speranza ultraterrena, producendo distrazione.
- Il populismo attuale, al pari del comunismo e del fascismo storici, critica l’ordine liberale-liberista basato sulla diseguaglianza tra ricchi e poveri. Ovvero, lì dove il ricco ha di più del povero e la stessa socialdemocrazia non riesce ad attenuare questo conflitto.
- Ecco perché i poveri odiano i ricchi e vorrebbero, dopo il fallimento delle socialdemocrazie, tornare a sottrarre violentemente la ricchezza al ricco.
- In più, la rigidità morale delle ideologie di speranza terrena, al pari delle ideologie di speranza ultraterrena, pongono un ordine mentale rigido, e quindi avviene la critica e il distacco.
- La critica tende a rafforzare l’idea di gruppo, ovvero tutti coloro che si riconoscono nella speranza terrena creano gruppi chiusi dove rafforzano, mediante i discorsi e le azioni, la speranza.
- Poi viene il distacco. Più il gruppo di poveri o di speranzosi — che possono essere anche dei ricchi ma moralmente speranzosi o indottrinati ad una speranza terrena o ultraterrena — si distacca dalla società, per quanto la società glielo permetta.
- In società liberali avanzate dove esistono diritti civili di nuova generazione (Canada), e questi sono difesi dal governo, e dove c’è un sistema di governo basato sul diritto astratto (libertà di pensiero e di parola come sacrosanti), è più difficile per il nucleo distaccarsi e coltivare la propria speranza terrena o ultraterrena.
- Lì dove, come in Italia, c’è il forte peso di morali partitiche, populistiche, legate a vecchie ideologie come fascismo o comunismo, fino al permeare della Chiesa Cattolica, è più facile creare, a livello parrocchiale, comunale, regionale o di luogo e territorio, un controllo sociale che escluda ogni critica o avversità alla speranza terrena e ultraterrena, codificata in gruppi, partiti, chiese ecc.
- Ma perché dobbiamo, come persone razionali, escludere le ideologie o religioni di speranza terrena e ultraterrena? Possiamo certamente sperare in un mondo dove tutti abbiano diritti astratti (libertà di parola, di espressione, di creare culti religiosi ecc.) e anche civili (aborto, fecondazione ecc.), ma dobbiamo sempre diffidare di chi ci propone un mondo di diritti concreti e senza conflitti.
- Lo stesso Marx, parlando di classi sociali, afferma che esse sono in conflitto tra di loro. Purtroppo Marx pensava che, con un dato capovolgimento del sistema produttivo, i conflitti sarebbero finiti. Purtroppo non è così.
- Anche il marxismo, come tutte le ideologie che negano il conflitto, è una speranza utopistica.
- La moderna democrazia populista su scala nazionale, che rileva alcuni aspetti marxisti e li affianca al sovranismo, all’identità nazionale, alla preservazione della tradizione e dei valori religiosi, fino al moralismo giustizialista, è un nuovo tipo di speranza terrena (in più con il feticcio della pace come lo hanno i Cinque Stelle o la Lega Nord), dove troviamo soffocati i veri diritti: quelli astratti e civili, o di espressione.
- Si è formata negli anni la democrazia populista di derivazione cattolica e anti-liberale, liberista, libertaria, proprio come si è formato il marxismo nell’800, a causa degli sconvolgimenti che le Nazioni hanno resistito ad una mondializzazione create dalle agenzie della globalizzazione o socializzazione globalizzata.
- Ma purtroppo la democrazia populista, come ogni speranza terrena che si affaccia con la conservazione dei valori morali dell’identità religiosa traslati in un umanesimo moralista e anti libertà civili, anche questa democrazia sarà destinata a fallire come ogni speranza, non senza però, purtroppo, lasciare le sue cicatrici, come l’Inquisizione cattolica di persone distrutte da essa e sottomesse per un periodo di tempo al suo totale dominio.
- La speranza terrena, come la speranza ultraterrena, sono destinate a perire per causa dell’elemento di cui abbiamo parlato prima, ovvero il tempo, e per l’avverarsi della teoria delle élite di Vilfredo Pareto e dell’iperclasse, ovvero il fatto che al cambio di ogni governo temporale si sostituisca un’élite ad un’altra, ma sempre élite sarà, e quindi tesa al dominio temporale e all’imporre una speranza in un arco temporale definito per non essere sconfessata, criticata e buttata giù da un’altra élite.
- Cosa ben diversa dagli Stati liberali, dove le élite, qualsiasi esse siano, rispettano i ricchi e i poveri, non forzano i poveri ad accaparrarsi le proprietà dei ricchi e sono basate sui diritti astratti da difendere con i denti, quindi anche la professione di ateismo gnoseologico.
- L’iperclasse, che esiste in tutte le nazioni e governi, sia liberali che populisti, frega sul tempo gli “speratori”, perché è impossibile, in un contesto di democrazia non violenta, accaparrarsi la ricchezza altrui, senza cadere in un breve periodo dalla ricchezza proletaria alla disperazione del declassamento (vedi Argentina di Perón o Venezuela di Maduro).
- Quindi la speranza terrena si pone più come speranza morale ed emozionale che come speranza veramente materiale. Nel frattempo, lo Stato assoggetta tutti gli speranzosi e li sottomette, come faceva la Chiesa Cattolica con i credenti nel Medioevo.
2. La Morale
- Ma allora, per coloro che sono atei, diversi, anarchici, non speranzosi, essi possono vivere senza i moralismi delle speranze terrene ma costruire l’UOMO.
- Costruire l’Uomo e creare una morale dove ci sia il rispetto della persona, l’aiuto ai poveri, la pietas, la compassione, l’ascolto, costruendo ogni giorno questo ma senza il bisogno di prefigurare per sé stessi un paradiso terreno o ultraterreno, senza sperare oltre la speranza come istinto emozionale.
- Ecco che la speranza diviene istinto emozionale e non intacca o proibisce — come nelle chiese e ideologie antiliberali — altri istinti (divertimento, sessuale, ricchezza).
- Ecco che ritorna il primato dell’UOMO FABER, che costruisce se stesso e la propria morale ammettendo le sue contraddizioni e il suo egoismo, che è parte della sua natura animale, e vive ogni giorno con le sue contraddizioni, senza sperare in un aldilà ma sviluppando l’immaginazione.
- Vivendo con le sue proiezioni: gli Dei Pagani che in realtà non esistono, ma sono proiezioni delle sue sensazioni, istinti e immaginazione.
EDOARDO BUSO