Non bastassero i taxisti e i balneari che non vogliono vedersi liberalizzare la propria licenza e che costituiscono uno stato nello stato ,di tipo corporativo,Meloni e compagni di merende danno ampio sostegno al ceto degli agricoltori ,che sono tornati in auge in tempi di decrescita infelice tra volontà di radoppiare la produzione agricola quindi di non essere piu’ decrescitisti e ricerca del prodotto sano,biologico a kilometro zero.
Tanto che il ministro dell’agricoltura Lollobrigida che è li al governo perchè cognato della sorella di Giorgia Meloni ,ed è totalmente aviluppato nelle tenaglie della associazione Coldiretti ,adesso dopo aver proibito unico in Europa la carne creata in laboratorio (sulla quale non c’è nessuna controindicazione per la salute dicono gli scienziati )Lollobrigida lancia l’idea di un reddito di cittadinanza di 570 euro per i giovani disoccupati che volessero impiegarsi nel lavoro agricolo.Bella idea ,ma che ha aspetti negativi purtroppo.Perchè è altamente discriminatoria per quei giovani disoccupati o innocupati che vorrebbero impiegarsi in altri lavori produttivi ,ma non hanno accesso ad un vero salario minimo di inserimento lavorativo che si potrebbe dedurre (ho lanciato negli scorsi articoli questa idea)aumentando la tassazione delle eredità e quindi aumentando le tasse di successione.
Intanto si denota che l’idea di Lollobrigida e del governo blinda l’Italia dentro il meccanismo nazional-agricolo ,quello tipico dei fascismi sia meditteranei (Salazar e Franco )quanto quello dei fascismi dell’est europa come quello di Antonescu in Romania.Certo c’è anche un rimando al Volk Hitleriano,ma Hitler punto piu’ furbone sull’acciaio e gli armamenti negli anni trenta.
Se pensiamo che nel 900 ,in particolare dopo la rivoluzione russa sia Trotzky che Stalin si accorsero che l’agricoltura aveva bisogno di essere diretta maggiormente .A quei tempi l’agricoltura era un settore importante per l’impero zarista russo e nel socialismo dei soviet.Ma ieri come oggi i rivoluzionari che volevano il progresso si accorsero che finchè gli agricoltori con la loro mentalità retriva avevano potere assoluto (ed lo avevano nella russia Zarista prima del 1917) una nazione non si sarebbe mai sviluppata come l’Inghilterra o la Germania del primo dopoguerra.Tanto che Stalin corse ai ripari sottraendo in modo violento e condannabile le terre e il raccolto ai contadini sia quelli ricchi sia quelli medi ,per redistribuirlo alle città dove c’erano gli operai che erano il vero motore con l’urbanesimo della rivoluzione
In Italia Salvemini condanno il latifondismo che portava all’omertà e alla mafia già prima della rivoluzione russa.
Ma adesso come adesso le cose sono altamente cambiate.Se non si doveva intelligentemente puntare tutto sull’agricoltura a quei tempi quando c’era una immensa popolazione agricola,pensiamo al giorno d’oggi ,in un paese l’Italia che ha un settore agricolo del 2 per cento e che potrebbe vivere benissimo acquistando (se ci fosse una vera globalizzazione dall’Africa dal Sud America e dall’Asia)e magari coltivando piccoli orticelli urbani e non.Certamente non è un settore su cui puntare il denaro pubblico.Semmai vanno ridotte le colture intensive (per una vera transizione ecologica) ,ma allo stesso tempo è neccessario investire in settori come la rierca e innovazione in campo bio-medico genetico e tecnologico.
In piu’ lasciatemelo dire chi afferma che l’Italia che è un paese ricco non deve piu’ comprare dall’estero i prodotti agricoli ma produrre tutto in casa propria ,è un razzista e un nazionalista anche se fa questi discorsi da un ottica di sinistra,perchè è diritto dei popoli asiatici ,africani e sud americani o del sud del mondo che hanno milioni di persone impiegate nel campo agricolo di vendere nel mondo ,in un mondo che dovrebbe essere libero per me.Come dovrebbe essere libera di passare per periodi piu’ o meno lunghi tra le frontiere manodopera (anche migrante),prodotti e idee e di vedere riconosciuto con un salario decente il proprio lavoro.
EDOARDO BUSO