Il dibattito sull’autonomia differenziata se non fosse vero ,direi che è un film di fantascienza ucronico.
Anni fà migliaia di veneti hanno votato per l’autonomia della regione Veneto,con un referendum fatto uscire grazie a Zaia e agli autonimisti veneti di centrodestra leghisti e alcuni di centrosinistra.Zaia come governatore era ben visto per i suoi risultati positivi (anche se adesso molto è cambiato visto che negli ultimi anni la regione ha perso appeal).Tanto che a Zaia si sono accodati pure governatori come Bonaccini che elogiava la possibilità di un autonomia anche dell’Emilia Romagna e della Campania De Luca.
Oggi tutto cambia,perchè il governo sta per realizzare cio’ che prevedeva il referendum,e si è pensato ad un controreferendum.
Per quanto mi riguarda penso che sia da ucronisti discutere ancora di questi temi come ha ricordato Riccardo Magi di Piu’ Europa,bisognerebbe avere visioni più ampie ,internazionali o almeno europee legate ai nuovi progressi nel campo dell’informatica e della conoscenza.
Pero’ lasciatemelo dire il dibattito scontro tra referendaristi di centrodestra in particolare leghisti e controreferendaristi (presentanti un nuovo referendum)di centrosinistra dovrebbe far riflettere su altri aspetti dell’amministrazione dello stato.E voglio spiegarne alcuni.
L’Italia è una nazione molto estesa per kilometri di kilometri,ed è difficile amministrarla tutta da un unico centro nevralgico cioè da Roma.Tuttavia servirebbero due cose :dei livelli essenziali di prestazione e di governance decisi dallo stato nazionale a Roma (ma in futuro potrebbero essere decisi pure da un centro europeo)da far rispettare a comuni e regioni ,e in secondo luogo una riforma della spesa regionale.
Per far capire il primo tema,bisogna dire che non tutte le esperienze federalistiche sono esperienze di successo in tutti i campi.Non c’è un bianco e un nero.Per esempio il federalismo belga tutela le differenze culturali (bisogno spirituale questo piu’ che materiale)ma è dispersivo sul tema sanitario,tanto che la sanità italiana funziona meglio di quella belga.
Il federalismo interno ad una nazione dovrebbe garantire due principi:la difesa culturale e linguistica delle minoranze etnico-culturali ,e secondo principio una spesa efficiente.
Se guardiamo ad un mondo interconnesso dove i servizi nel futuro dovranno essere guidati da strutture informatiche (l’AI per esempio)è sbagliato quello che avviene in Italia e in molte parti del mondo ,cioè attribuire troppi poteri a corpi intermedi come i comuni e le regioni.
Va ricollegato il primato di fare le leggi e farle eseguire allo stato nazionale,con eccezioni demandate a regioni e comuni lidove ci siano vincoli geografici climatici che non rendono possibile fare altrimenti.
Oggi viviamo in un Italia in cui ci sono troppe leggi nazionali e troppe leggine regionali e comunali ,bisognerebbe andare fuori da questo.
E allo stesso tempo bisognerebbe uniformare e conformare la sanità pubblica con sistemi manageriali di spicco per renderla competitiva come anche la scuola e l’università.Insomma scuola,università e sanità come anche prestazioni sociali dovrebbero essere garantite dallo stato nazione ,insieme ai diritti umani universali,ed estesi e sovragarantiti dalle strutture e istituzioni europee e trans-nazionali.
Oggi invece un povero cristo che ha bisogno di una prestazione sociale perchè è in povertà si trova a dover fare affidamento su politiche comunali o regionali prima di tutto.E guarda caso nonostante la retorica sovranistica o comunalistica (comunitaristica)di destre e sinistre i comuni e le regioni sono più lontane dello stato nazionale agli individui in precarietà.Si pensi come le misure sociali di redistribuzione della ricchezza siano poche ma spesso collegate allo stato nazionale e abbiano valenza politica ,come il reddito di cittadinanza o la social card,o prima del reddito di cittadinanza il reddito di inclusione,fino ai bonus di ogni tipo.
Per garantire dei servizi efficienti per tutti in campo sanitario ,di scuole università e borse di studio (l’ultima è che la regione Veneto non dà la borse di studio a chi ne ha diritto e chiede soldi a Roma per questo):ebbene l’unico modo è garantire dei livelli essenziali di prestazione uguali per tutti ,e coadiuavati dal rispetto dei diritti umani in tutte le istituzioni pubbliche (carceri comprese).Il secondo step è informatizzare il piu’ possibile il sistema.Cercando di individuare in modo trasparente chi ha bisogno.Nel mondo del regionalismo del comunalismo e delle leggi e leggine sopra leggi e leggine non c’è trasparenza.Il problema dei comuni e delle regioni e che riflettono la poca trasparenza dello stato nazionale,e i cittadini non sanno piu’ a che santo votarsi.
Si deve uscire da un autonomia differenziata pericolosa che dà ancora piu’ potere a sovrastrutture di cui non abbiamo piu’ bisogno e bisogna tornare a parlare di un federalismo economico che dia il giusto alle regioni trainanti il prodotto interno lordo nazionale.
Per fare questo si potrebbe aumentare la percentuale di soldi che le regioni piu’ produttive tengono nelle loro casse.In secondo luogo si dovrebbe accorpare più regioni (si pensi ad Abruzzo Basilicata e Molise )ma anche al Triveneto.Si dovrebbero fare degli studi di mercato con finalità produttiva aiutati dalle confindustrie regionali ,per aumentare la produttività delle regioni su quei canali privilegiati di esportazione e importazione piu’ gettonati.Si pensi all’area sloveno croata per il Friuli o all’area Svizzera tedesca per la Lombardia ,o al medditteraneo per il Sud.
Insomma secondo me il federalismo non dovrebbe interessarsi di ” cosa pubblica” come la scuola e l’università che sono argomenti che devono essere garantiti ugualmente a tutti nel rispetto del diritto.Ma semmai interessarsi di aumentare la produttività ,creare gettito ,trattenere gettito per i piu’ virtuosi ,ma anche allo stesso tempo aumentando il gettito regionali garantire investimenti al Nord e al Sud.Delle preferenze strutturali su cui noi come partiti riformisti e liberali dobbiamo coinvolgere le associazioni produttive e confindustria.Uscendo dal federalismo (o autonomia gestionale ma gestita sempre dai soliti noti )ed entrando nel futuro che è fatto di informatica,rapporti commerciali bilaterali,lingue straniere,studi di settore ,produttività ecc.Spero che nonostante il rimbabimento totale degli ultimi anni un pò di sano liberalismo sia comprensibile ancora.Spero.
EDOARDO BUSO