Mi definisco una persona di sinistra,che tuttavia critica il concetto grillo-contesco dell’uno vale uno e del vaffa.Penso
che esistano e debbano esistere le eccellenze.E ritengo che al mito dell’uguaglianza per salvare il salvabile a livello
ecologico e civico possano servire delle discriminazioni.Ma la discriminazione deve essere condotta su basi rigorose e stabili
di pensiero.
Leggevo oggi sull’Arena di Verona di come sia in montagna nei rifugi in Lessinia sia nella città all’interno di un santuario mariano
si verifichino situazioni di degrado.
Si pensi non solo ai rifugi che oggigiorno non sono piu’ luoghi di ritiro e calma ma luoghi sovraffollati di persone e musica ad alto volume
con feste e ritrovi lo dicono questo,diverse associazioni civiche.
Ma anche a questo santuario a Verona dove dei frati hanno ceduto il proprio bar a dei laici che lo hanno trasformato riporta l’Arena in un posto
dove si fanno bagordi fino alle 3 di notte.Il nome del bar pare una presa in giro per chi legge per la prima volta la notizia,e cioè Amen ,tanto per passare
dal sacro al profano ,visto che questo bar Amen a Verona è stato appena chiuso per una lite che poteva trasformarsi nell’ennesima rissa a cielo aperto ,tra persone
che urinano sui muri delle case adiacenti e bottiglie di birra abbandonate per terra.
Insomma c’è un buonismo adatto a chi sta fuori:fuori dalle carceri dove vige la severità e la durezza.Mentre fuori è permesso fare di tutto.
Si pensi al dramma delle città storiche e patrimonio dell’umanità come Venezia su cui è assurdo non pensare ad una regolarizzazione dei flussi d’accesso.
Ma per regolare i flussi serve un pensiero e una concettualizzazione.Va bene che il sindaco Brugnaro ha iniziato questo percorso ma ci vuole di piu’.
Bisogna dare robustezza all’edificio concettuale,e per farlo servirebbe e lancio questa idea,privilegiare innanzittutto le scolaresche di medie inferiori e superiori con i loro professori
nel fare entrare persone in questa città deturpata ormai da tempo.In secondo luogo privilegiare chi viene con una guida e fa un percorso culturale.
In terzo luogo indire un sistema di prenotazione ,che metta in ultima fila coloro che vengono solo per overtourism e per fare festa o gozzovigliare.
Una soluzione per mantenere intatte le città ,potrebbe essere quella di favorire maggiormente le visite online ,ma anche predisporre una discriminazione positiva,ovvero far accedere alle città
protette e storiche prettamente i laureati o chi dimostra di sapere,magari attraverso un esame storico ,geografico e di storia dell’arte da fare prima di entrare nella città o online.Dopo gli esperti
struttureranno meglio questa idea che mi è venuta.
Naturalmente non bisogna tartassare troppo il commercio ,ma nemmeno pensare che una città storica sia un bazar a cielo aperto.Ne risentirebbero le opere d’arte,le strutture morfologiche ecc.Come ne ha risentito
a livello di degrado e di incuranza nel progettare la dimensione urbanistico-stradale (parcheggi,pedonale ecc)Roma durante il giubileo del 2000.Ne ha parlato un grande giornalista come Alberto Ronchey docente di sociologia
alla Ca Foscari e ministro dei beni culturali nel governo Amato,in un libro che ho riletto (è datato 1999)che si intitola “Accadde a Roma nell’anno 2000″Rizzoli edizioni.
Ronchey prefigurava anche in un altro libro I limiti del capitalismo (Rizzoli 1991),come il capitalismo aperturista alla Cina ex maoista ed oggi mercatista,avrebbe inquinato e portato a fenomeni geomorfologici estremi se le
“aspettative crescenti” dei cinesi fossero cresciute a livello di quelle americane ed europee.Si pensi faceva l’esempio il nostro ,se in Cina ogni cittadino utilizzasse l’automobile (cosa ancora lontana oggi dal realizzarsi)studi
scientifici prefiguravano un cedimento dello strato terrestre.

EDOARDO BUSO