
Ascoltando un podcast del New York Times con una intervista all’ex Chief della banca mondiale Martin Wolfe si approfondiscono e capiscono molte cose.Si capisce ed è anche il titolo del suo ultimo libro,che un certo tipo di globalizzazione pare terminata.Il libro si intitola La fine dell’ordine liberaldemocratico.Tuttavia avverte Wolfe,che a livello commerciale ed economico la globalizzazione,quella degli anni novanta e duemila è ancora in atto.Non facciamoci troppe illusioni su sovranismo (anche negli Usa),glocalismo e comunitarismo per le sinistre.E’ vero invece che il mondo degli affari ha ancora bisogno di mercati interconessi e integrati e non di autossufficienza avverte Martin Wolfehttps://www.youtube.com/watch?v=d-DM2Hp23CM .Sarebbe bello che fosse un monito anche alla sinistra sopprattutto quella di piazza e ai sindacati che si stanno straiando su una nuova componente comunitarista,che ridisegna il neo”comunismo” del terzo millennio,con temi come decrescita ,anti-scientismo,antinuclearismo,piccole patrie ,comunalismo ecc ecc.
Wolfe fa una disanima da economista globale,e avverte che nonostante le scaramucce sui mercati globali e il depotenziamento dell’area asiatica causa covid 19 e sanzioni americane sui semiconduttori ,nonostante questo,la Cina e gli Usa (ormai depotenziata economicamente la Russia di Putin),andranno sempre piu’ verso una maggiore integrazione a livello ingegneristico ,produttivo di macchinari produttivi e quindi tecnologico,e robotico con l’intelligenza artificiale.Non è esclusa la concorrenza e i mercati che devono restare aperti per soddisfare le esigenze di consumo di tutta la popolazione mondiale.Allo stesso tempo l’ex direttore della Banca mondiale,afferma che non sono sbagliate le azioni di Biden o Trump e della Federal reserve di garantirsi un vantaggio strategico e quindi fa bene Biden a parlare non solo di globalismo,ma anche ai colletti blu dell’America della ” cintura della ruggine” il midwest de -industrializzato.
Li negli Usa il neo-globalismo si tinge di neo keynesianesimo immerso nella tradizione liberista.Le condizioni invece qui in Europa sono piu’ drammatiche e dure.
Non si vede ancora venire alla luce un Europa con un presidente unico ,un vero Conducator dell’Europa che possa decidere sui singoli stati.Saremo chiamati presto a delle elezioni europee,ma non possiamo come italiani votare che so’ Angela Merkel.Dobbiamo bensi accontentarci di votare un partito italiano che si posiziona su un gruppo europeo (dall’internazionale socialista,all’Alde fino al gruppo identitario)insomma tutto funziona ancora secondo delle intermediazioni.Questo succede perchè gli stati europei che litigano all’Ecofin su chi sia il piu’ frugale ,non hanno voluto cedere all’Europa ampie proporzioni della propria sovranità ,fino ad arrivare ad un Europa in cui i cittadini di tutti gli stati europei scelgano il loro presidente come negli Usa.
Certamente per una rivoluzione del genere che propone unico partito in Italia solo Piu Europa il partito di Della Vedova e Bonino, serve la volontà di una politica comune di bilancio,di un debito comune ,di un sistema legale comune e uguale per tutti e di una politica militare e di difesa comune.Siamo lontani da questo e l’Europa assomiglia molto di piu’ che ad una Supernazione Europea uguale per tutti,al vero termine di Unione.Assomiglia di piu’ all’Unione Sovietica dove gli stati si autogovernano ma hanno direttive dal potere centrale.
Peccato che questa “Unione” che non funziona,in tempi di crisi globali e di rallentamento della globalizzazione come percoroso uniformante crei dei riflessi pavloviani sopprattutto nelle nazioni piu’ a rischio in tema di modernizzazione e mercato aperto.Il caso dell’Italia dove i partiti maggiori corteggiano visioni antiglobali che derivano un giorno dagli agricoltori (contro la carne coltivata vedi Coldiretti),un giorno dalla Chiesa cattolica con un pauperismo a volte anti-animalista,fino ai sindacati e a lobby come i balneari e i taxisti,per non parlare delle partecipate pubbliche ,insomma tutta questa confusione crea un riflesso in Italia che parte dal sovranismo egoista delle destre per arrivare al comunitarismo pericoloso anchesso di certi gruppi dei partiti maggioranza nelle sinistre.
La soluzione è un equilibrio tra locale e globale ancora una volta,dove il locale e lo dimostra l’evento da poco tenutosi a Verona La pasta italiana di Giovanni Rana volerà nello spazio https://primadituttoverona.it/attualita/la-pasta-italiana-di-giovanni-rana-volera-nello-spazio/ la soluzione è aprire alla concorrenza anche nel locale e nel comunitario.Non solo sul tema industriale e dei mercati,ma anche aprendo alla concorrenza tra i comuni.Una concorrenza che non sia solo “bussiness as usual” come ha imperato negli ultimi decenni e sia solo concorrenza fiscale tra comuni.Ma sia una concorrenza tra i comuni,le regioni e le nazioni (cedendo il cedibile all’Europa)tra chi assicura servizi migliori ai propri cittadini ,garantisce fabbriche piu’ innovative e funzionali ,maggiore accoglienza a chi ne ha bisogno.Insomma la strada è mettere in comune piu’ tematiche possibili in Europa e una maggiore concorrenza locale e regionale,facendo in modo che le sinistre passino dal comunitarismo no global e pauperista,ad una nuova visione piu’ funzionale agli esseri umani che ancora credono nel globale.
EDOARDO BUSO