Ci sono due o tre alternative per risolvere i problemi derivanti dalla ricchezza e dalla povertà,ma spesso le prime due opzioni si risolvono in un nulla di fatto,nonostante la forte carica emotiva e sensazionale che possono scatenare nelle popolazioni.
Quando in una nazione o nel mondo intero c’è troppa ricchezza concentrata in poche mani e troppa povertà diffusa spesso certi partiti politici credono che la rivoluzione sia la strada maestra da battere.Nonostante tutto ,dopo una rivoluzione socialista o comunista ci può essere un tenue miglioramento dovuto alla redistribuzione della ricchezza ma sono miglioramenti temporanei,sopprattutto non si verificano se dopo la rivoluzione l’organizzazione sociale e produttiva non è piu’ efficciente nei mercati mondiali,sopprattutto
in tempi di globalizzazione.
Infatti le nazionalizzazioni o la proprietà operaia dei mezzi di produzione possono essere un alternativa,ma spesso si dimostrano a livello gestionale in perdita fallimentari e meno efficienti della gestione manageriale della stessa azienda.
La seconda soluzione è quella di innalzare maggiormente la tassazione sulla ricchezza finanziaria,immobiliare e aziendale.Oggigiorno c’è una crescita enorme della ricchezza delle multinazionali.Chi è padrone di una multinazionale o la gestisce a livello manageriale incrementa anche la ricchezza finanziaria sua personale ,magari portata in paradisi fiscali esteri.
Ma se vogliamo vedere bene la situazione,le nazioni meno prospere sono anche le nazioni dove si sono insediate poche aziende di nuova generazione ,nazioni che esportano poco e consumano troppo ,nazioni infine dove esistono ampi settori aziendali o pubblici parassitari all’interno dei quali non si produce la dovuta ricchezza.Discorso diverso da una gestione pubblica ma magari efficiente di aziende e beni comuni come i beni del suolo ,l’acqua ecc.
Nella maggior parte dei casi le aziende partecipate o semiprivate monopolistiche gestite con tasse comunali e regionali come gli autobus in Italia,sono spesso in perdita,non riescono a controllare le loro spese ,hanno ampie voragini dei debito ,non hanno personale e manager efficienti e sopprattutto nei periodi di fallimento (posto che non falliscono mai perchè vengono sempre salvate dai cittadini con le tasse);riducono le paghe dei loro operai e adetti piu’ di quello che farebbe una multinazionale.
Certamente nella seconda casistica,una tassazione della ricchezza oltre un certo limite,pur rispettando l’ambizione di aumentare il profitto,dovrebbe per noi che scriviamo spostarsi dalla tassazione delle aziende attive (quante volte i politici socialisti ci dicono :tassiamo di piu’ Amazon?),alla tassazione della rendita passiva ,finanziaria e immobiliare.
E qui viene il terzo punto :ovvero la soluzione non è tassare maggiormente le aziende produttive (aldilà della constazione morale e doverosa che un pò di tasse giuste servono allo stato e siamo d’accordo con questo):la soluzione non è entrare in un sistema produttivo e rilevare maggiore ricchezza da esso.Perchè se seguiamo questo filone di pensiero arriveremo ad fomentare nella azienda delle ritorsioni contro politiche di maggiore tassazione.Per esempio l’azienda potrebbe optare per risparmiare sul personale operaio e con qualifiche maggiori ,riassettandosi e riorganizzandosi o come viene spesso detto in termini tecnici ristrutturandosi per risparmiare in altri settori quello che viene dato in tasse.
Sopprattutto in un economia globale dove le aziende possono se troppo tassate andare all’estero o ristrutturarsi.Uno stato che vietasse una ristrutturazione di una azienda ,la espropriasse o nazionalizzasse contro il proprietario di quella azienda sarebbe di già uno stato “venezuelano e dittatoriale”:e allora?Perchè teorici come lo svizzero Jean Ziegler professore di scienze sociali continuano a illudere le masse su una possibile alternativa,se il socialismo è sempre commisto a violenza di un tipo o di un altra?

Leggendo il libro La privatizzazione del mondo di Jean Ziegler mi sono reso conto come questo intelettuale metta un pò tutto il capitalismo nello stesso calderone per preparare ai lettori un minestrone.Ci troviamo le politiche di rapina dei capitalisti e dei signori del denaro nel terzo e quarto mondo,fino all’italia,agli Usa e a chi piu’ ne ha piu’ ne mette.
La tesi sul terzo mondo di questo studioso è che le nazioni del terzo mondo sono rapinate dal capitalismo,e proprio per colpa del capitalismo esse non hanno altre soluzioni che l’affacciarsi di governi dittatoriali.
Ma se questo è colpa del capitalismo (Ziegler mette allo stesso pari i governi dittatoriali della Corea del nord che non ha mai annusato il capitalismo in decenni e decenni e dell’Eritrea o del Congo …insomma un pout pourri)Fatto sta che le nazioni in Africa sopprattutto che hanno visto il formarsi di governi dittatoriali prima ancora dei problemi attuali (la globalizzazione e il cambiamento climatico),hanno visto il formarsi di dittature dopo il periodo postcoloniale quando si sono liberate dai colonizzatori e hanno abbracciato anche investimenti sovietici e cinesi cioè da parte dei paesi del blocco comunista.Stesso si può dire per molte dittature del sud est asiatico:come in Cambogia dove mandate via le figure “porche” del Re e del generale Lon Nol basto Pol Pot guidato dalla Cina e formato sui classici della rivoluzione francese e di Rosseau per sterminare metà della popolazione.
Certamente anche il capitalismo ha bisogno di un controllo ,ma forse il controllo maggiore che possiamo dargli è tassare le rendite e favorire il reinvestimento dei capitali da parte delle multinazionali in nuove aziende.
Infatti come nei paesi del terzo mondo dove le multinazionali hanno iniziato solo da qualche decennio ad andare ,anche nei paesi del primo mondo che soffrono maggiormente causa debiti ,sottoproduzione ,poca modernizzazione ecc ,si può dire che il problema non sia il capitalismo che divora ricchezze ,ma bensi la ” sottocapitalizzazione” di alcune nazioni si pensi all’Italia e alla Grecia che ne guadagnerebbero come tutta l’area meditteranea di maggiori investimenti e dislocazione di aziende che producessero ricchezza da cui estrarre anche giustamente delle tasse per far funzionare la macchina pubblica.

EDOARDO BUSO