Mi hanno colpito due articoli sul Foglio di sabato scorso.Quello di Stefano Cingolani e quello di Sergio Soave.
Cingolani parlando nel suo articolo di stato sociale ,intitolandolo Caritas di governo ,fa una disamina di come lo stato sociale in Italia spenda troppo ,tra categorie che hanno bisogno che non vengono aiutate e bonus dati a profusione.
Il problema è dovuto ad una cattiva burocrazia,ma c’è anche un risvolto demografico,con
uno stato sociale che spende molto in pensioni nella società piu’ vecchia demograficamente d’Europa e verte poco sul lavoro la formazione scolastica e tecnica per le nuove generazioni che si affidano a piccoli sostegni sociali.
Insomma servirebbe uno stato di minor estensione,ma piu’ selettivo nel distribuire il sociale e che vada a distribuire il sociale alle persone che ne hanno davvero bisogno ,incidendo meno sul debito pubblico e su quel patto tra le generazioni,secondo cui non si può spendere tutto oggi senza pensare al debito che accolliamo alle generazioni che verranno dopo di noi.
Invece oltre ai bonus sociali che servono ,sono stati erogati dagli ultimi governi bonus che hanno solo fatto arricchire chi era già benestante e accresciuto la spesa pubblica,perchè poco selettivi si pensi al bonus edilizio del governo Conte ,o magari si sono elargiti dei bonus che non risolvono veramente i problemi ma creano solo una guerra tra poveri ,poichè poco universalistici come tutti i bonus stabiliti dal governo Meloni tra cui la “carta sociale”che ha riguardato una piccola fetta della popolazione che ne avrebbe bisogno.
Non sarebbe piu’ facile incidere con un riforma pensionsitica in chiave europea,ma magari alzando le pensioni sociali minime e gli assegni di invalidità?
Giorgia Meloni su diversi temi pare girare su una giostra,e pare utilizzare il palco televisivo solo per un ennesimo teatrino condito di pubblicità ,piu’ interpretando il ruolo di influencer che quello di politica capace che risolve pragmaticamente i problemi.Nell’ultimo incontro sulla disabilità ha parlato insieme alla ministra Locatelli che non ha fatto nulla per incentivare il sostegno economico ai disabili di creare per i disabili percorsi personalizzati.
Tutte belle parole ma nei fatti non è cosi.In piu’ adesso l’Inps è stata commissariata per un buco di bilancio ed è stato sostituito il suo presidente Pasquale Tridico (103 mila euro al anno )con una fedele del governo Meloni Micaela Gelera (150 mila euro all’anno )cifre comunque da capogiro.
Penso che ci siano due elementi da analizzare.Bisogna tornare ad un pò di anni fà ,quando cadde il governo Berlusconi,quando due giornalisti come Stella e Rizzo scrissero il libro La casta e quando imperversava l’antipolitica Grillina.Allora la scelta del Presidente Napolitano fu di diluire la tensione antipolitica nominando dei governi tecnici prosecutori del governo tecnico Monti ma su un piano piu’ di centrosinistra.Fu cosi per il governo Letta che piacque poco e duro poco.Mentre si preparava l’incarico a Matteo Renzi che ricalcava un populismo anticasta e rottamatore ma in chiave democratica e non giustizialista o abnorme come quello Grillino.Erano anni in cui si parlava fortemente di riforma dello stato ,di riduzione della burocrazia e di spesa pubblica piu’ selettiva,dove un certo liberalismo o liberismo si coagulava con movimenti di protesta e anticasta.
Poi finito il governo Renzi che cadde con il referendum perso,abbiamo avuto governi di stampo sovranista,populista e nazionalpopolare,da quello Salvini Di Maio Conte fino al governo Conte due.Da quel momento c’è stata un reflusso sia nella politica sia nei media del parlare di temi liberali ,la spesa pubblica divenne un tabu’ e inizio un percorso di ripiego intimistico della nazione Italiana con i suoi leader politici come Conte e Salvini per poi sfociare nella Meloni.Questo ripiego dallo scenario internazionale è stato possibile grazie al sostegno europeo da parte della Bce con tassi di interesse negativi grazie a Mario Draghi,ad una debole crescitina,prima del grave trauma del Covid.
Adesso con il Covid il populismo cioè la rabbia popolare contro il mondo della finanza che aveva preso il soppravvento nel 2010 con Monti Letta e poi anche con Renzi ,si è coalizzato nel movimento della Meloni ,che sta propugnando un populismo rimaneggiato e proponendo un falso liberalismo con tarature sempre piu’ autoritarie.
Sergio Soave sul Foglio spiega che questo populismo a differenza di come si pensava all’inizio del governo Monti quando esplose,fu anche il prodotto proprio di quel governo,e quindi va rivista anche l’opinione comune nelle Elite democratiche e liberali secondo cui il “Montismo” che fu anche il prodotto di scelte del nostro amato Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,fu deleterio perchè porto al dominio sullo scenario italiano di partiti antipolitici che hanno il soppravvento ancora oggi ,e allo stesso tempo,non hanno risolto il tema della burocrazia statale che è rimasto invariato ed è quasi divenuto un tabu’.
EDOARDO BUSO