
La storia della democrazia di tipo industriale,è la storia che la riconette piu’ all’illuminismo nato nel settecento dopo
la rivoluzione francese,piu’ che ai pensatori socratici e della magna Grecia.
La democrazia che si è sviluppata in tutto l’Occidente pero’ ha preso piu’ le sembianze della democrazia industriale inglese
piuttosto che dei teoremi di Rosseau ovvero la democrazia guidata dal popolo.
L’area di sviluppo maggiore in Italia della democrazia con aspetti industriali e capitalistici ,commutata dall’inglese liberale
Adam Smith ,fu sopprattutto la pianura Veneta Lombarda.Fu in quelle terre che si preparò l’insorgenza e l’unità di Italia,grazie a
grandi pensatori illuministi ,dall’illuminismo tecnico di Cattaneo fino a quello cristiano e compassionevole di Manzoni.
Dopo la seconda guerra mondiale in tutto il mondo occidentale trionfo ‘ una forma di democrazia che seppur con tinte in certi stati nazionali
di tipo cristiana e conservatrice ,fu legata al denaro e all’industria.Non c’è mai stato uno sfilamento tra democrazia e produzione industriale,tra
democrazia e ricchezza e democrazia e benessere.
Per tutti gli anni del novecento tranne che nella brevissima parentesi del sessantotto che duro molto in Italia e poco anche dove ebbe la sua partenza cioè
la Francia,la democrazia si connoto ‘ anche nei paesi marxisti come ricerca del massimo benessere,tramite il massimo sviluppo tecnologico e delle prerogative produttivistiche e
economiche.
Nemmeno adesso non esiste una democrazia senza economia.Ma è l’economia che centrifuga male a livello globale.Sembra quasi che la democrazia sia a corto di risorse
e si limiti sopprattutto dal 2008 ad oggi a degli spot.La democrazia sponsorizzata ,una forma di democrazia che deve corrispondere massimamente alle esigenze del popolo massa
e rispondere alle richieste delle elite e istituzioni internazionali.Questa forma di democrazia sponsorizzata che vediamo sopprattutto in Italia da diversi anni a questa parte
è una forma di democrazia legata alle carenze economiche produttive della divisione internazionale del lavoro con relativa specializzazione che si è formata con l’ascesa
dei paesi emergenti e in particolare la Cina nei mercati competitivi mondiali.
E’ per questo motivo che si vede l’insorgere di un populismo che non prende solo i nuovi disadattati e i vecchi,ma anche la classe media erosa del suo potere d’acquisto.
In uno scenario quello di questi ultimi anni dove c’è un rallentamento completo dell’economia globale.
E’ difficile in questo scenario credere che si potrà ridimensionare il tutto verso una nuova socialdemocrazia:sopprattutto mentre il potere nel mondo è sempre piu’
e lo abbiamo visto negli ultimi giorni con il G20 in India a nuovi poli regionali come l’India.Paesi emergenti che sono i precursori di una democrazia sponsorizzata,dove
da un lato si sponsorizzano “prodotti politici” “nuovi”ma vecchi stile New Age ,criticando l’attaccamento al denaro dei paesi occidentali,il capitalismo arraffatore e avaro ,
la crescita economica in nome di una decrescita ecologica,mentre dall’altra faccia della medaglia i paesi emergenti si buttano nel peggior capitalismo taylorista e competitivo di tipo
primitivo volto all’accrescimento del Pil(si pensi in particolare alla crisi cinese che è crisi dovuta all’innalzamento di vita dei cinesi negli ultimi anni e allo spostamento delle aziende
multinazionali verso nuovi lidi come India,Bangladesh ,Vietnam ecc).
Insomma due pesi e due misure.Ma fino a poco tempo fà in piena perifrasi sovranista ,questi discorsi moralistici facevano successo tra la popolazione occidentale povera e la classe media non
solo intelettuale ,ma che ha paura della concorrenza delle grandi multinazionali (partite Iva,medi piccolo artigiani,piccoli commercianti ).
Lo abbiamo visto in Italia,dove i governi votati nelle elezioni negli ultimi anni ,avevano un portato sovranista,decrescitista e populista,interpretate queste tendenze sia dalla sinistra (Grillo e cinque stelle)sia
dalla destra (Meloni ,lega nord).
Il fenomeno della politica spot ,si inserisce in questa drammatica crisi delle istituzioni ,e lo vediamo anche nella cronaca del nostro paese.
Il presidente del Consiglio cerca di interpretare in chiave populista un pò tutti i temi che si trova a battere il suo governo.Dalle periferie degradate dove la premier sogna insieme agli istinti superomistici
di chi la contorna ,di sradicare la criminalità e il disagio tramite un repulisti generale(che vale solo a parole e finche i riflettori della cronaca si direzioneranno su altri temi),si pensi agli stupri in Campania.
Sul tema delle carceri e della giustizia ponendosi con un giustizialismo quello ex Di Pietrista in voga durante gli anni di Tangentopoli che adesso è anacronistico e antieuropeo,tra le altre cose la Meloni smentisce pure
il suo ministro della giustizia Nordio che era partito con ideali di maggior garantismo.Fino ai temi economici,dove si pensa che le “Relazioni Umane” in pieno stile neocomunista e pauperista possano incidere sui prezzi di mercato
quando ogni calmiere dei prezzi (da quello di Diocleziano)ha fallito nella storia.(Mi riferisco alle relazioni che intercorrono tra il ministro Adolfo Urso rinominato Urss ,e diverse aziende pubbliche e private).
Un modello di governance che non smentisce semmai ristabilisce un modo di governare che era ed è “arci italiano”,ma che negli ultimi anni è degenerato ,facendo pensare che mentre il treno e’ in corsa si possa ottenere tutto quello
che si vuole solo tramite proclami ad alta voce ,manifestazione muscolare ,rabbia sociale e repressione,aldilà delle regole di un economia sana che deve innanzittutto ristabilire un minimo di produttività e favorire maggiori investimenti privati.
Ma nel mondo occidentale dove gli investimenti di denaro sono visti come il male ,poichè anche il denaro è assimilato al demonio ecco che la nostra nazione può subire gravi fascinazioni,mentre anche attorno a lei ,in tutta l’area euro si paventa con
Germania in primis una grande crisi legata al sistema delle catene del valore internazionali dopo la pandemia di Covid in Cina.
La soluzione è trovare il baricentro di una politica meno sponsorizzatrice,piu’ umanistica ma in senso positivo che crede ancora umanamente nel benessere e nella crescita da redistribuire a tutti secondo meriti e bisogni ,e non sia solo un
umanesimo forzato e di rinuncia.Una politica allo stesso tempo che deve coalizzare l’Occidente davanti alla sfide globali ,sempre rispettando il modello ordoliberale e di mercato sul quale l’Occidente si basa.
Purtroppo negli ultimi anni ,con il dissiparsi del neoconservatorismo americano ,abbiamo dopo quell’ultimo credo fideistico nella potenza del denaro ,avuto a che fare con populisti di destra e di sinistra si pensi a Obama e Trump che hanno pensato
di risolvere i problemi con ideologie (Obama)e con prove muscolari a livello economico (Trump),sfaldando l’eredità internazionalista del capitalismo di fine novecento e inizio duemila.
Ma rimane sempre valido quel detto ,secondo cui anche un povero ,che non sa produrre niente ed è inabile nel guadagnerà di piu’ da un sistema corretto,rispettoso della vita e se intorno a lui (povero e inabile)c’è tanta gente che vede crescere la sua ricchezza
invece che la vede decrescere.Naturalmente va notato che viviamo ancora in un mondo capitalista,dove però il capitalismo diventa sempre piu’ un ideologia da avanspettacolo e pubblicitaria,andando ad erodere dei valori stabili e creando oltre agli innumerevoli “way of life”
spezzettati e specializzati con il vizio del perfezionismo ,anche sempre nuovi bisogni e aspettative.Allo stesso tempo la socialdemocrazia del futuro la avremo perseguendo il benessere e un mondo che non può essere diviso tra potenze egemoniche contro altre potenze egemoniche,ed
è per questo che l’ultimo G20 non ha unito le nazioni della terra che anzi si tramutano sempre di più in mostri nazional liberisti competitivi a livello demenziale e distruttivi.L’occidente ha bisogno di un nuovo Leo Strauss che ridefinisca i contorni di una saggia scienza politica
quello stesso Occidente che è stato sempre il faro ,da Manzoni e Locke ad Adam Smith del progresso illuminato e del benessere per tutti.
EDOARDO BUSO