Molti amministratori locali sono presi dalla realizzazione del piano riferitesi ai soldi europei prestateci con il Pnrr.
Il piano nonostante il lavorio incessante di Raffaele Fitto in Europa,ha degli effettivi ritardi in Italia.
C’è fretta perchè questi soldi ci vengono dati solo se si è sicuri dove investirli.E pare che nel nostro paese il governo abbia
poca fantasia e sia in ritardo.Ma non è tutta colpa del governo che sta interrogando in questi giorni le parti sociali ,dalla Confindustria
fino alle altre conferedazioni artigiani ,agricole,i sindaci locali l’Anci ,e via dicendo.
C’è il rischio che una troppa partecipazione democratica dove si pensa di accontentare tutte le richieste e si tergiversa aprendo troppo al dibattito
porti solo un grave ritardo,se manca un ferreo decisionismo da parte del governo.
Allo stesso tempo gravano le ideologie dei vari partiti e l’ideologia del governo che trovatosi per il successo nelle elezioni a gestire il Pnrr lo farà secondo
la sua sintesi ideologica dei vari partiti che governano.
Insomma il Pnrr rischia di non accontentare davvero tutti e avere una visione orrizontale e estensiva.Anche perchè le misure del Pnrr servono per fare delle riforme
importanti che anche chi scrive ritiene siano fondamentali e non piu’ accantonabili.Ma non servirà e non andranno soldi del Pnrr alle categorie piu’ povere.Quindi il Pnrr
serve in funzione ristrutturativa delle infrastrutture materiali e digitali ,ma non in chiave redistributiva.
Mentre oggi nel nostro paese c’è un grande problema povertà e redistribuzione.
Bene incidere con riforme sulla giustizia ,sull’ecologia e sul digitale che sono quelle fondamentali.
Gli amministratori locali hanno paura che se le risorse non saranno adeguatamente utilizzate poichè bisogna utilizzarle subito (ed è questo il lato negativo)saranno soldi
usati male e che dopo dovremmo restituire all’Europa poichè in parte il Pnrr funziona come un prestito.
Quello che fa un pò ridere amaramente per non piangere,è che di tre governi al potere negli ultimi tre anni ,nessuno di questi sia stato efficace tecnicamente ad utilizzare
frettolosamente con progetti i soldi del Pnrr.
E’ il rischio sociologico e antropologico di una politica in Europa e negli stati europei come l’Italia che si fa sempre piu’ tecnicistica.E’ possibile che dei tecnici europei
non riescano a far utilizzare bene i soldi da dei tecnici italiani?Si sono visti negli ultimi anni il fallimento delle classi politiche e delle classi tecnocratiche.E’ un discorso
che ci porta indietro ai tempi di Tangentopoli in Italia quando furono eliminati i partiti di governo e al trattato di Maastricht in Europa che l’ex Presidente Craxi aveva profetizzato
sarebbe stato un inferno per l’Italia e i paesi con alto debito.
Seppure con i tecnici l’Europa non si è mai ripresa da Maastricht e l’Italia da Tangentopoli.
Adesso come adesso se vi fosse una seria Europa unita e decisionista ,sarebbe il parlamento europeo scavalcando i parlamenti nazionali a fare dei piani del Pnrr uguali per tutti gli stati europei
sarebbe un ritorno ad una politica pesante rispetto a questi “compiti a casa” che chiede l’Europa ai governi nazionali.
Abbiamo visto infatti che i governi nazionali hanno sempre accontentato poco i cittadini dei loro paesi e magari sprecato i soldi.
Sarebbe tempo di cambiare e sorpassare anche il Pnrr per come viene inteso oggi,per tornare alla potenzialità della politica.Ma ormai uno spauracchio si aggira in Europa ,lo spauracchio del Pnrr ,l’ultima
finta “ideologia” rimasta ai governi che hanno partiti ormai senza storia.

EDOARDO BUSO