
Con l’inflaction reduction act del 2022 Joe Biden il presidente americano ha creato le condizioni perchè nel mondo occidentale venga archiviato il capitalismo di mercato,per passare come la Cina ad un forte controllo statale e assistenza alle industrie.
L’inflaction reduction act prevede del credito sociale,ovvero miliardi di dollari per favorire la transizione ecologica green delle industrie americane e sostenerle in un periodo di crisi in cui ci sono aumenti delle fonti energetiche sopprattutto del gas dovuto allo scontro in atto tra uno dei maggiori fornitori la Russia con l’Ucraina.
Fatto sta che questa legge emanata nel 2022,che si sta attuando velocemente,permetterà li negli Usa di ridurre i costi di produzione alle aziende.Andrà inoltre a sostenere pure aziende decotte negli Usa ci si può domandare.La risposta è che sicuramente sosterrà come nel peggiore capitalismo di relazione statalista aziende che potrebbero benissimo fallire,essere assorbite dalla concorrenza e garantire un circolo virtuoso di fallimenti ed nuovi inizi industriali ovvero innovazione,nella migliore tradizione Schumpeteriana e liberista della Scuola Austriaca.
Infatti i maggiori pensatoi o think thank liberisti hanno già criticato l’impostazione di questa legge americana che crea innanzittutto la possibilità che altre nazioni vogliano copiarla nel mondo occidentale.
I teorici delle scuole liberiste da Bruno Leoni a Von Hajek e Von Mises credono nell’industria non sorretta da prebende ideologiche e soldi pubblici.Tutto il contrario di quello che accadra da ora in poi negli Usa (che dovrebbe essere la nazione del libero mercato)con questa legge.
Il problema è che diminuendo i costi artificialmente con soldi pubblici ,si sono create delle condizioni positive ,difficile che durino pero’ nel tempo perchè si sa ‘che un mercato sussidiato è sempre meno libero e innovativo.
Ma sta già avvenendo che aziende europee che pagano il costo della crisi del gas russo per la guerra scatenata anche con la connivenza della Nato contro la Russia,ora queste aziende come la Basf tedesca e molte altre chiudono i battenti per spostarsi negli Usa.
Lo stanno facendo pure aziende di componentistica e microchip cinesi ma anche manifatturiere che in un periodo in cui causa la chiusura al mercato del colosso cinese per la pandemia mal affrontata del Covid 19 ,si rifugiano nel nuovo paradiso dei costi bassi,sia del lavoro sia dell’energia che sono gli Usa.
La ricetta che ha l’Europa per rincorrere la crescita statunitense è peggiore della stessa idea partorita dai democratici americani e da Biden.La Francia sta già inflazionando la sua economia per far scendere a pioggia miliardi su aziende e industrie francesi imitando su scala media il colosso americano.La stessa Francia poi vorrebbe proporre un piano simile a quello statunitense per tutta l’Europa ma i soldi dovrebbero tirarli fuori i singoli stati europei e darli alla loro industria nazionale ,visto che tassazione e diritto del lavoro in Europa sono competenze degli stati nazionali.
La Francia ha aziende già messe meglio dell’Italia che rischierebbe di risultare discriminata perchè ha un alto debito e poche risorse e anche poche grandi aziende competitive nel mondo globalizzato.In piu’ si rischierebbe in Italia e anche in Spagna di fare un buco nell’acqua dando soldi ad aziende decotte e sostenendole con soldi pubblici che verrebbero tolti da altri settori.
D’altronde il gigante americano dopo aver imposto la sua strategia nel contenimento della Russia a tutta Europa che la porta avanti senza discostamenti,ha imposto un bel giorno ,scriveranno gli storici ,pure che l’industria non debba piu’ essere concorrenziale e il mercato un pò meno libero di un tempo.Tutto condito in salsa democratica e non repubblicana si intende.
Insomma inizia una nuova era di dirigismo statale.Giorgia Meloni promotrice dell’alleanza Nato e spalla fedele degli Usa,ha affermato che è contraria (giustamente diciamo noi)al piano francese per fare dell’Europa una copia degli Usa nelle politiche industriali.Ma allo stesso tempo la Meloni rimane supina agli Usa e afferma che bisogna collaborare in senso “inter-istituzionale” con gli Usa a livello di mercato.Insomma l’Italia non ha una strategia come non c’è l’aveva prima della Meloni per la politica industriale.
Si rischia che in Europa si faccia strada il dirigismo statale per colpa dei francesi ,e venga applaudito pure da quelle forze che criticano la guerra in Ucraina come in cinque stelle o la sinistra statalista e keynesiana.
L’idea francese è già pero’ per fortuna stata criticata da quei paesi piu’ virtuosi industrialmente e a livello di debito ,i cosidetti “frugali” come la Finlandia e l’Olanda che affermano che il “libero mercato” e l’industria concorrenziale ovvero quella industria non sostenuta dai soldi pubblici e che può fallire e poi dare inizio ad un nuovo ciclo sono valori fondanti dell’impostazione economica europea.Insomma da parte di molti paesi non c’è voglia di indebitarsi come fanno gli Usa che stampano moneta senza corrispettivo valore materiale,per sostenere l’industria nazionale.
Tre commissari europei potrebbero non calare la testa davanti a Francia e Stati Uniti e difendere il mercato libero.Il principio secondo cui l’obbligo dello stato è ridurre gli ostacoli all’industria e garantire l’equità e la salubrità o benessere del lavoratore,a differenza di chi crede che sia lo Stato leviatano Hobbesiano a dirigere tutto per tutto,creando un governo compromesso con le aziende.
I tre commissari sono Frans Timmermans dei Paesi Bassi,Margarethe Vestager della Danimarca e Valdis Dombrovskis della Lettonia.Tutti paesi avanzati per quanto riguarda rispetto del debito ,tecnologia,intelligenza artificiale e industrializzazione nonchè diritto del lavoro.Forse e lo vedremo dovremmo a loro la salvaguardia del “liberismo” in un mondo in cui anche la nazione del “sogno americano” ci ha rinunciato.
EDOARDO BUSO