Non penso di fare esercizio di qualunquismo ,se affermo che esistono due fenomeni.Il primo che riguarda sopprattutto le classi povere che è iniziato già nei primi anni novanta,con il crollare dei vecchi partiti politici e per molti del comunismo internazionale dopo la caduta e lo disgregarsi dell’Urss,questo fenomeno lo chiamerei “dissilusione dalla politica”.
Alcuni sociologi neoconservatori e democratici come Francis Fukuyama hanno cercato di dare alla dissillusione della politica ,un senso ancora ancorato all’universalismo,valori universali di cui l’uomo è alla ricerca per la sua stessa natura umana-animale,come il tymos termine greco che compare nel libro di Fukuyama come ricerca del riconoscimento .Il tymos diventa per Fukuyama il principio delle democrazie liberali.Riconoscere individui,persone ,gruppi,nazioni,regioni.Insomma il mondo umano e le classi umane sono spinte alla ricerca del riconoscimento.Non ultimo il tema affrontato negli anni recenti del riconoscimento dell’identità nazionale nel libro Identità.


Tuttavia nelle democrazie liberali si è sperimentato davvero un bipolarismo e un bipartitismo,che è rappresentato dalla differenza tra conservatorismo nel centrodestra e progressismo nel centrosinistra,tuttavia mantenendo invariati i principi della democrazia,che sono libertà ,diritti umani ,libertà religiosa,libertà di associazione e libertà di votare e manifestare il proprio pensiero.
Questi sono i cardini di una democrazia liberale.Ma tutto intorno la democrazia liberale dalla caduta dell’utopia marxista,ha operato seguendo riforme calate dall’alto piu’ che “andando a prendere uno per uno i suoi cittadini” nelle case dove abitano,offrendogli lavoro,servizi ecc.


Insomma è difficile che se va su un centrosinistra o va su un centrodestra si possa mettere in atto una politica,che non sia limitata ai grandi temi economici globali:che sono la tenuta del debito pubblico ,la scarsità di lavoro dovuta alla automazione ,agli investimenti internazionali,al nodo infrastrutturale,al fatto sopprattutto che ci sono grandi nazioni che producono di piu’ e a meno costo e fanno concorrenza alle democrazie liberali.Fino ad adesso per non parlare dei diritti di nuova generazione che possono creare delle polarizzazioni non estese comunque alla popolazione piu’ giovane,non si è riuscito dalla caduta del comunismo reale ad adesso,ad aggredire gli obiettivi delle diverse campagne elettorali o obiettivi politici piu’ o meno concreti o ideologici.
Da questo “fallimento” che è un fallimento solo a metà ,poichè la democrazia liberale garantisce ancora e sempre piu’ al cittadino delle altre forme di governo.

Da questo fallimento si è formata una disillusione e poi mancanza di partecipazione alla vita politica,che viene dalle classi subalterne vista come mancanza di direzione nella propria esistenza.Il lavoro per esempio è il grande tema,visto che nessuno viene a bussare alla porta di miriadi di disoccupati non piu’ abituati al lavoro per metterli in grado di fare lavori produttivi e non solo gruppi per passare il tempo.Un fenomeno tangibile di questa problematica è l’alto grado di astensionismo,mentre la politica viene esercitata dalle elite nazionali,e mondiali ed è sempre più una lotta titanica contro tutti e tutto per arrivare a raggiungere dei risultati di cui il politico non ha un controllo reale e una tangibilità reale alla fin fine,sopprattutto perchè la politica non accontenta tutti e sopprattutto le classi subalterne poichè è per sua natura legata a logiche di massa,e il miglioramento negli ultimi decenni è rilevabile solo dalle masse e non sul singolo individuo,anche se allo stesso tempo è sempre meno rilevabile empiricamente nelle masse.


Cambiano governi,vanno su governi di destra o sinistra ma le classi subalterne rimangono comunque aliene a dei processi di miglioramento che dovrebbero per essere reali costituire una margine di obbligatorietà e verificabilità.
La democrazia liberale come dicevo non può’ imporre per la sua stessa natura liberale che guarda a libertà e diritti umani ,obbligatorietà e verificabilità sul cittadino uno alla volta.Non può andare a cercare il cittadino casa per casa ,obbligarlo a fare un lavoro o offrirgli dei servizi che non siano per loro natura fiscalmente già previsti in un piano economico finanziario all’interno del quale non c’è verificabilità per il singolo.


Si pensi al caso reddito di cittadinanza dove per un certo periodo questo ammortizzatore sociale è stato previsto e dato a delle persone,ma allo stesso tempo esso deve essere elargito senza tagliare altri costi neccessari e fondamentali come la sanità pubblica.In questo senso è sempre piu’ difficile mantenere dei benefici per le classi subalterne in un mondo dove i lavoratori cinesi ,indiani ,pakistani ecc hanno governi meno liberali che impongono delle sorte di obbligatorietà al lavoro e minori costi sociali del lavoro stesso.


Questo sposta l’asse sulla predicazione anche da parte di leader della sinistra di una sorta di nuovo pauperismo evangelico ,rispetto ai vecchi canoni materialistici e marxistici che guardavano all’arricchimento collettivo e anche individuale,canoni mai raggiunti comunque dalle società a guida e ideologia marxista nella storia.
E qui ho spiegato la disillusione della politica per le classi subalterne.


Esiste tuttavia anche una postpoliticizzazione di ampie fascie della classe media e della classe che in inglese viene definita Upper class o classe alta.In questo senso agiscono elementi nuovi ,cioè lo spostamento dell’attrazione verso forme di comunicazione globali e non politiche,dal fare un certo utilizzo dei social,alla musica ,al divertimento,al consumismo ecc.Esiste una classe di persone giovani che si sentono realizzate e guardano alla politica con enorme distacco ,pensando a coltivare maggiormente i propri interessi personali anche perchè possono essere quella parte di società costituita anche da persone meno giovani che è abituata al lavoro duro e non ha voglia di dedicarsi alla politica nel tempo di riposo.Una classe fluida che può avere certi schemi politici personali e caratteriali ma molto piu’ fluidi.Di sicuro questa classe di persone che lavora ,ha una posizione sociale,e magari è piu’ propensa al consumismo od a interessi al di fuori della politica,interessi tra i piu’ vari.


Una parte dell’uper classi è costituita inoltre da coloro che sono i cultori della politica,della storia,della geopolitica e spesso non si sentono come intelettuali organici ad un partito ,ad una “setta” o ideologia precostituita.Queste ultime due categorie descritte che comprendono classe media ,media alta,e upper spesso possono sentirsi non molto a proprio agio con partiti politici fortemente ideologizzati e preferiscono una partecipazione intelettuale al processo politico ,parziale ,ridotta,personalistica o seguendo solo certi caratteri e temi morali.


Infine c’è una parte di persone anziane anchesse disilluse dalla politica moderna,dal processo di globalizzazione dal progressivo impoverimento ,dal cambiamento della partecipazione politica non piu’ fatta nei partiti tradizionali ,ma su internet ,non piu’ fatta nel paese,nella piazza ecc.
Un altra parte di post-politicizzati che può assemblare giovani e non piu’ giovani è costituita da quelle persone che si identificano e seguono movimenti religiosi di nuovo tipo,sopprattutto alternativi alla Chiesa Cattolica che è percepita come ormai troppo attenta alla politica mondana e ai temi politici materialistici.Dai Testimoni di Geova i quali credenti disdegnano di avere ruoli parlamentari o politici perchè nessun governo umano potrà realizzare i valori di giustizia,umanità e uguaglianza ma solo il futuro governo di Dio,fino a movimenti come Scientology o sette tra le piu’ svariate,che possono avere un potenziale sociale positivo come anche in parte negativo (satanismo e affini).


Insomma è spiegabile anche con delle analisi accurate la sempre meno volontaria partecipazione politica ,che spesso degenera in populismo e antipolitica.Il populismo e l’antipolitica comunque non sono includibili nel discorso che stiamo affrontando in quanto includono al loro interno la politica.Sono reazioni negative alla politica includenti allo stesso tempo la politica.

EDOARDO BUSO