Il dramma del meditteraneo ,dell’arrivo di imbarcazioni è duplice.E’ un dramma umano innanzittutto e fanno bene le associazioni
del terzo settore a lottare per la salvezza di ogni vita umana in senso umanitario umanistico e cristiano.
Ma si intersecano delle problematiche geopolitice,di sicurezza strategica che il ministro Piantedosi seppur criticato dalla sinistra
ha ragione di non voler dimenticare e portarle nel dibattito pubblico.
Il primo problema è la sicurezza europea e italiana,di fronte alle migrazioni,nel senso che va controllato che non entrino tramite le imbarcazioni
possibili terroristi ecc.Naturalmente si è dimostrato che in questo frangente storico dalle imbarcazioni che arrivano dalla Libia e comprendono sventurati che
arrivano dall’Africa subsahariana e dalla Siria o altri teatri di cruenti guerre ,non arrivano in special modo terroristi ma in modo prioritario i poveri tra i poveri
i dimenticati tra i dimenticati dell’umanità.
Certo c’è un caos geopolitico perchè le guerre iniziate nel teatro medio orientale dagli Stati Uniti e dalla Nato dopo l’11 settembre,hanno scatenato per diversi
motivi nuove problematiche nello scenario internazionale.Alla liberazione dell’Irak e dell’Afghanistan da regimi cruenti si è sostituito l’Isis che si è espanso in Siria ed è stato
un errore quello intrapreso dall’amministrazione Obama e Trump di voler sostituire regimi laici come quelli di Assad e Gheddafi con la democrazia li dove invece hanno preso il soppravento gli integralisti.
Li vediamo questi territori sconfinati e degradati adesso nei tempi del terremoto che ha colpito Siria e Turchia.
Tuttavia per un partner possibilmente moderato e collaborativo come la Turchia di Erdogan si muovono associazioni e lobby che credono nella democrazia assoluta e globale,e che innescano una guerra culturale
e mediatica per destabilizzare paesi come la Turchia di Erdogan che invece dovrebbe essere un partner con cui collaborare.Purtroppo dico partner con cui collaborare,anche se tuttavia Libia e Turchia non rispettano i diritti
dei migranti,abbiamo visto scene indecenti di persone detenute in delle gabbie in quei paesi.
Sembra che il mondo intero debba prendere ormai decisioni non dettate da ideologie ideanime o ideali ,ma scegliere la soluzione del minor male in ogni campo.
Non la vede in questo senso la sinistra ,quella che è attraccata a dei valori comprensibili e sacrosanti ,quando critica i ministri del governo Meloni.Ma cosa ci resta da fare?”Portare la democrazia anche in Turchia come è stata portata in Libia”?
Non mi pare una risposta seria,perchè abbiamo visto che il regime di Erdogan è soppravissuto a diversi tentativi di destabilizzazione finanziaria economica e interna.
Piantedosi utilizzera forse un linguaggio troppo poco buonista nel difendere l’interesse italiano,ma nonostante tutto il governo Meloni non è riuscito a bloccare completamente l’immigrazione clandestina.
Tutto si è rallentato rispetto ai governo di centrosinistra,e ha fatto i conti con l’ampliamento delle possibilità o scelte “choice” diplomatiche all’interno dell’Europa trovando favorevole pure la presidente del parlamento europeo Roberta Metsola.
Io penso che se è vero che in questo momento storico bisogna scegliere la strada del “meno peggio” e del male minore ,valutando anche i rischi ,bisogna che anche la destra italiana si purifichi di visioni
settarie e non pratiche della realtà.Un primo passo è discutere con le cancellerie europee e chiedere per esempio che agli immmigrati che l’Italia riesce ad accogliere e che fa fatica a mantenere dignitosamente per la sua poca ricchezza interna
e il grande debito,venga corrisposto uno sgravio o diminuzione del debito pubblico e privato per i cittadini italiani.Un progetto che deve mirare a costruire la stabilità geo strategica dell’Italia nel meditteraneo avanzato come lo chiamava l’ex ministro
degli esteri Gianni De Michelis ovvero una proiezione “euro-africana” dell’Italia soppratutto sostenendo l’immigrazione afro-cristiana che arriva da quel continente e facendo investimenti con l’Europa per i problemi della povertà e dello sviluppo in Africa e Medio oriente
come ha richiamato l’ex presidente del consiglio Berlusconi.Giorgia Meloni ha già posto la prima pietra,perchè nel clima di guerra fredda attuale con la guerra del gas tra Russia e Ucraina ha dialogato per gli investimenti energetici italiani sopprattutto con i paesi dell’Africa del Nord.
Ora serve anche una stretta sui termini con l’Europa,e bisogna passare dal minacciare l’Europa a vuoto con velleità identitarie e sovraniste come il “no immigrazione” ad un “si all’immigrazione purchè l’Italia e gli italiani ne beneficino a livello economico” permettendo una riduzione del debito e
l’attrazione di maggiori investimenti produttivi e la redistribuzione sociale della ricchezza.

EDOARDO BUSO