Il programma futuro di un Europa unita e di un centrosinistra riformato dovrebbe essere quello sintetizzato dall’ex segretario del Partito socialista italiano Riccardo Nencini,di aiutare chi è rimasto indietro.
Aiutare chi è rimasto indietro non significa portare esso sia una nazione o una persona all’eguaglianza totale con chi è davanti.Non significa che nessuno rimarrà indietro in una corsa,poichè in una corsa c’è chi ha gambe ,velocità ,capacità,robustezza,agilità maggiori e chi no.Quindi significa agire secondo dei principi anche di carità cristiana,facendo in modo che non ci siano perdite di persone o popoli.Significa una sinistra non piu’ marxista che ragione con un unico parametro matematico e pseudo scientifico di uguaglianza da calre dall’alto su tutti ,dopo aver sequestrato la ricchezza che nel marxismo si chiamava plusvalore:quello di ” aiutare chi è rimasto indietro” è un concetto che si adatta ad una società globale e liberale dove contano le persone singole o individui.Questo per i servizi sociali significa individualizzare i propri casi per aiutare proprio questi casi con progetti personalizzati,creare corsie preferenziali per chi non c’è la fa,corsi di emergenza.
Questo per le persone.Ma vale e dovrebbe valere anche per le nazioni ,che formano un consesso sociale e umano.L’Europa invece è stata finora troppo egoista,le nazioni hanno pensato solo per se stesse.
Ma allo stesso tempo è sbagliata un idea di Europa che Ida Magli da grande rimpianta antropologa condannava ,dell’uniformità tecno-utopistica.Certo servono regole comuni ,e serve costruire una cultura europea comune.
Ma anche in questo ambito non si deve calare una costruzione mentale già precostituita,anche se la globalizzazione ci fa sentire vicini a tematiche sempre piu’ comuni ,dai diritti umani,all’ambiente,ai diritti degli animali,dei disabili.Sarebbe sbagliato non sanzionare chi non rispetta questi diritti.Pero’ a livello economico non si puo’ pensare in un futuro ad un mondo senza concorrenza,senza mercato.Le nazioni come diceva la Tatcher nel futuro concorreranno tra di loro in un mercato globale.
E qui viene un monito ai cinque stelle che hanno promosso una nuova cultura industriale (nuova si fa per dire visto che è vecchia),di stampo statalista.Si pensi al libro di Marianna Mazzuccato che propone una nuova industrializzazione tramite lo stato.Cosa antiquata,perchè non è piu’ importante costruire l’industria da zero ,come fecero in Unione Sovietica ai tempi del governo Lenin -Kerenski e poi Stalin ,partendo in un paese agricolo e feudale a costruire un industria pesante basata sull’acciaio.
Oggi l’industria c’è già nel mondo e la poca industrializzazione del nostro paese è un eccezione.
Semmai in un mondo come quello odierno le nazioni devono fare a gara a chi riesce ad attrarre piu’ industria nella propria nazione.Allo stesso tempo senza condannare alla morte sociale le nazioni che partono svantaggiate.
Si pensi che ci sono delle nazioni che hanno un peso in piu’ delle altre,che è quello del debito pubblico.Ecco che in una vera comunità europea e di destino le nazioni piu’ ricche devono cercare di fare in modo che le nazioni piu’ indebitate e con problemi strutturali non vengano lasciate indietro.
Tanto piu’ che anche in Unione sovietica si industrializzo’ tramite l’arrivo di capitali da tutto il mondo ,anche dagli Usa ,si parla addirittura di capitali ebraici visto che i rivoluzionari dell’Urss erano di provenienza piccolo borghese e molti di loro erano ebrei e quindi l’ebraismo economico internazionale aveva simpatia per loro.
Tutti i grandi miracoli economici nascono dall’arrivo di capitali ,dalla capacità di attrarre essi.Si pensi anche alla Cina che fece con trenta anni di ritardo quello che fece il Giappone dopo la seconda guerra mondiale ,riuscendo in poco piu’ di vent’anni a superare il Giappone come produttività.La Cina che veniva dalle rivoluzioni e destabilizzazioni interne al maoismo (dalla rivoluzione culturale)che ne turbo’ l’assetto e che Mao dovette in qualche modo frenare.Poi venne il turno di Deng Xiaoping che fu l’artefice del sino-capitalismo ,un capitalismo di stampo cinese.
Oggi in Europa si va profilando un nuovo standard ecologico -ambientale che ci farà superare in nome di Gaia il produttivismo degli anni novanta e primi duemila.Sarà la stessa cosa forse anche in Cina nei prossimi decenni.Ma dobbiamo però tenere in mente che sarà l’innovazione che si potrà applicare all’industria e non programmi pesanti e statalistici o pauperistici come quelli che il governo Conte primo e secondo ,voleva imporre per esempio ad un area come quella dell’Ilva di Taranto ,mettendo in un cassetto l’abile contrattazione faticosa dell’ex ministro Carlo Calenda.

EDOARDO BUSO