
Durante questi caldi giorni si sta parlando della proposta Ius scholae cioè attribuire la cittadinanza ai figli di immigrati residenti in Italia,che completino un ciclo di studi,come puo’ essere arrivare al diploma di terza media.
Inutile dire che ci sono delle motivazioni non solo di bontà ma anche la sicurezza che se attribuiamo a questi giovani la cittadinanza italiana essi saranno un tesoretto di voti per certi partiti.Ecco perchè se il centrodestra vuole spaccare alle elezioni deve creare una sua politica dell’immigrazione originale,non xenofoba e che parli alle nuove generazioni di immigrati.Cosa ardua visto che i partiti politici fanno fatica a parlare al cuore dei cittadini italiani.
Ma poi vorrei dire la mia opinione su questo tema,affermando che secondo me la cittadinanza italiana o un giorno si spera europea,dovrebbe essere attribuita solo ai cittadini extracomunitari che scappano da situazioni di guerra cioè profughi.Per il fatto che esisterebbe un unico discrimine,nel dare la cittadinanza:ovvero la possibilità di ritornare un giorno vicino o lontano nella propria terra di origine a arrichire essa.Infatti i profughi ai quali attribuirei la cittadinanza e renderei piu’ semplice l’iter del ricongiungimento famigliare nel nuovo stato ,scappano da situazioni di guerra e quindi non possono permettersi di pensare di ritornare in quelle nazioni presto.I migranti invece “economici” che non scappano da guerre,dovrebbero poter si venire in Italia e Europa,per imparare,studiare e lavorare ,avendo anche degli aiuti economici dal paese ospitante e l’accesso alla sanità ,ma dovrebbero venire da noi con l’intenzione un giorno di tornare li dove sono nati portando quelle conoscenze,imprenditorialità capacità che hanno acquisito qui in Europa.E’ un pò cosi che funziona il sistema nordamericano Usa ,ed è in questa ottica che per i migranti economici bisognerebbe ridurre la possibilità di ricongiungimenti famigliari li dove ve ne fosse la possibilità.
L’ex presidente della Florida Jeb Bush con Clint Bolick scrisse un libro nel 2012 Immigration wars proprio per costruire una piattaforma del tema immigrazione al partito repubblicano americano.
Quello che manca se davvero vogliamo una vera globalizzazione,è innanzittutto una gestione dell’immigrazione a livello europeo,con permessi per chi viene a lavorare,e cittadinanza per i profughi di guerre.In secondo luogo bisogna favorire la mobilità dei cittadini europei con alta formazione in tutti i paesi europei e anche del mondo.I missionari in Africa vedono spesso condizioni di disagio economico ma molti di essi sono contrari a che la maggior parte della popolazione parta e vada via.Preferiscono che siano persone con competenze europei,americani ,cinesi,israeliani ecc a portare le competenze che mancano e a migliorare le strutture tecnologiche precarie di quei paesi.Tornare a vecchi sistemi di cittadinanza di stampo nazionale è un pericolo perchè va in una direzione non di cooperazione multinazionale ,ma di stampo comunitarista.Il comunitarismo di sinistra e il sovranismo di destra sono i veri pericoli di oggi insieme al protezionismo.E’ neccessario trovare soluzioni globali dei problemi.In piu’ va detto che questa proposta dello Ius scholae non si preoccupa minimamente di tutelare tutti quei migranti che sono già all’interno del nostro paese in modo illegale (personalmente non penso che la soluzione sia rimandarli nei paesi di origine ma dargli un lavoro e una paga),e che affollano i parcheggi dei supermarket chiedendo l’elemosina.Questi ultimi,gli immigrati “invisibili” non vanno magari a scuola e quindi non si formano culturalmente,ma sono anchessi esseri umani che hanno dei diritti umani,tra cui il primo è quello di un lavoro se non in Italia nel resto d’Europa.
EDOARDO BUSO