
Il momento cruciale per il nostro paese e per l’Unione Europea in cui si decide sul salario minimo è un momento teso e ingarbugliato.Difficile ragionare lucidamente su questo e altri temi economico sociali,in un panorama di inflazione galoppante,crisi alimentare e guerra ai nostri confini.
Da un lato all’altro dell’arco politico si scannano i populismi,c’è un movimentismo a sinistra ad allargare sempre piu’ le maglie dell’inflazione da parte sopprattutto del movimento cinque stelle,che vorrebbe bonus e aumenti oltre alla difesa del reddito di cittadinanza.C’è invece il movimentismo di quella destra non centrista come la Lega Nord che chiede un taglio netto delle tasse e la rimozione del reddito di cittadinanza,e in piu’ il partito di Salvini ha una visione protezionistica,e autarchica delle dinamiche economiche,come anche la Meloni,si guardi al nodo delle spiagge:oggi il protezionismo può pure andare di moda,visto che con la crisi alimentare mondiale scatenata dalla guerra in Ucraina e dalla mancanza di grano in Africa,si risvegliano propositi nehuristi e ghandiani a livello economico.Almeno Ghandi era per una società aperta dove convivessero diverse etnie e religioni.In piu’ Ghandi pur essendo per una visione economica autarchica basata sul protezionismo del tessile artigianale in India,è diventato stranamente l’icona del movimenti radicali,liberali e popperiani.Come dicevo prima si interesecano diverse battaglie e concezioni del mondo,e l’unica possibilità a noi offerta di ragionare correttamente avendo una visione comprensiva e non di parte,è quella di accettare anche misure per noi liberisti,che non si rifanno al liberismo ortodosso,in una situazione tanto degradata quale quella attuale.Perciò dico si a un salario minimo e speriamo che Milton Friedman non se ne abbia a male,ma con i dovuti accorgimenti,perchè non è ancora nato chi mi può dimostrare seppur keynesiano o modern monetary theory che il salario non dipenda dall’inflazione.Ci devono essere delle doverose misurazioni economiche per scegliere in una nazione piu’ che in un altra a quanto far ammontare il salario minimo.E non vale sparare sul numero piu’ alto di “paga” come fanno certi pentastellati e il presidente dell’Inps.Ha detto bene Tiziano Treu bisogna rivolgersi agli economisti che sapranno valutare un incremento reale del salario collegato alla vera produttività e differenziarlo dai moti demagogici.Hanno detto bene poi quelle forze che non disdegnano il sociale in ottica cristiana o laica che accettano il salario minimo pur che si riduca il cuneo fiscale sul lavoro e si detassino le industrie produttive,hanno ancora scelto la strada giusta quelle forze centriste per esempio il buon Bobo Craxi che chiede una revisione del reddito di cittadinanza e non la sua soppressione,perchè la soppressione di una misura di sostegno in un mondo complesso dove è difficile scagliare la prima pietra e costruire qualsiasi ideologia e anche il nostro liberismo,rischieremmo togliendo certe misure sociali o essendo troppo pignoli sul debito (non lo sono piu’ nemmeno i tedeschi di Scholze)di darci la zappa sui piedi e far crescere la rabbia e il populismo demagogico e antipedagogico.
E poi sarà bene che tutti i riformisti e tutti i liberali ,socialisti,radicali e cristiani si concentrino sul referendum sulla giustizia a vadano a votare Si,anche per spirito cristiano diceva il Vangelo se ricordo bene:Beati gli assettati di giustizia.
Certo le nostre battaglie sono una goccia nel mare dei problemi mondiali ,problemi che tornano prepotentemente in un mondo ormai globalizzato informaticamente e informativamente ma dove la globalizzazione si spezzetta con l’emergere di distopie,rabbie,nazionalismi,protezionismi,autarchie:per non rimanere con il lumicino in mano di una qualsiasi ideologia non realizzabile in questo momento critico dove emerge l’angoscia e la fame per molte persone del mondo ,bisogna cercare un dialogo orizzontale e di mediazione e moderazione,dalla guerra in Ucraina, ai rapporti con Russia e Cina,all’alleanza con gli Usa,ma con ben chiaro i nostri doveri internazionalisti e nelle riforme nazionali da portare avanti insieme.
EDOARDO BUSO