Purtroppo la partitocrazia a volte dimostra la sua incapacità ,oggigiorno con i diversi problemi che affligono il nostro paese e lo scenario internazionale dove prevalgono guerra e pandemia,è neccessario che la politica torni a cercare l’unità:ecco perchè i leader dei partiti dovrebbero almeno nella politica interna ed economica,a differenza delle scelte etiche e internazionali,cercare di rafforzare l’unità di intenti con altri leader di altri partiti.La maggioranza che collabori con l’opposizione.D’altronde la scelta di Draghi al posto del continuum governativo di Conte con la maggioranza giallo-rossa,è stata anche una scelta per unire il paese in un momento di grande sconforto.Certo poi ci siamo trovati da una buona gestione della pandemia e una buona performance in Europa come afferma il rappresentante europeo Paolo Gentiloni dell’Italia,ad una guerra che divide l’opinione pubblica e gli opinion maker.Tuttavia non c’è per adesso,seppur nella difficoltà ,una alternativa al governo Draghi che non sia una alternativa faziosa e di parte,che finirebbe per accrescere le divisioni nella società.E’ un pò la parabola anche dal microcosmo nazionale a quello mondiale,del processo in atto chiamato globalizzazione.Non esiste un fenomeno spontaneo ma nemmeno imposto che possa far sparire la globalizzazione sia nella sua accezione di big governance che nella sua variante liberista e di mercato libero.
I paesi del mondo da quelli evoluti a quelli in sviluppo ,si trovano a far fronte a problemi comuni ,anche se non tutti rispondono a questi problemi in modo adeguato perchè come è il caso del nostro paese hanno distorsioni pregresse.Ma non si pensi che la globalizzazione la facciano solo gli Usa pur sbagliando in molti casi.La globalizzazione seppur tanto denigrata la fanno anche i paesi che un tempo ,negli anni novanta e primi duemila,si ritenevano i giganti in crescita.Questi paese dal Brasile di Lula fino alla Russia di Putin per non parlare della Cina,hanno attinto a piene mani nella globalizzazione e adesso pur disconoscendola perchè vorrebbero scelte mondiali e culturali piu’ nazionaliste sovraniste tuttavia non possono uscire dal grande gioco in atto.Certo la globalizzazione finchè è un mix di ideologie in constrasto e di egoismi nazionali è fortemente assimetrica.Le guerre globali poi ci fanno capire che non esiste un unica ragione,un unico sceriffo per il mondo ,ma ci sono interessi e incomprensioni molto grandi tra i popoli e i capi di stato.
Tuttavia sorpassate le ideologie del passato è come se andassimo verso un mondo dove tutti rinunciando al proprio Io si sentono parte di un ingranaggio piu’ esteso ,e dove questi individui devono trovare dei capi di stato che con serie limature e non rivoluzioni palingenetiche trovino un equilibrio nella vita civile,politica,economica e dei mercati ,nonchè dei rapporti militari.Cosa molto difficile ,che se non risolta da adito a nuove rivoluzioni che questa volta non producono un effetto catalizzatore ma solo la morte sociale e umana degli stati che le intraprendono si pensi per esempio al socialismo di questi anni in Venezuela e alla sua tragicità in termini di fame per la popolazione.
Naturalmente alla base esistono problemi contingenti che sono valoriali (in questo senso la Russia deve essere compresa almeno negli aspetti valoriali come la difesa della sua identità cristiana e del valore della vita e della famiglia),ma sono anche demografici e generazionali.Vorrei spendere due parole su questi due ultimi aspetti.Innanzittutto in Italia ci troveremo a fare i conti con una crescita dell’invecchiamento e una crisi economico sociale se non si inverte il trend demografico ,ma ci sono dei buoni passi avanti:il secondo aspetto è quello dei giovani e delle pensioni.Perchè molti giovani oltre ad essere fuori dal mercato del lavoro ,non studiano e non lavorano ,e sono privi di un welfare piu ‘ individualistico e meno familistico.Bisognerà prima o poi far fronte alla diseguaglianza generazionale e questo lo si potrà fare solo convincendo le persone piu’ anziane che entrano in pensione,e i pensionati in generale sopprattutto quelli piu’ ricchi a contribuire alla vita dei giovani ,prelevando dalle loro pensioni un quantitativo che non li metta comunque in difficoltà.Una cosa ben diversa da una patrimoniale ,ma che andrebbe verso il discorso della equità generazionale di cui ha piu’ volte parlato pure un istituzione come il fondo monetario internazionale.Questi soldi prelevati alle generazioni piu’ anziane potrebbero essere utilizzati per finanziare start up innovative nel mercato per rilanciare la crescita,argomento che sta a cuore a tutti i partiti si spera.

EDOARDO BUSO