Con lo scoppio della guerra in Ucraina sono cambiate le priorità dell’economia e della politica,le forze appartenenti alle classi dirigenti che si sono succedute negli ultimi anni e i mass media che le seguono non hanno fatto notare un immensa contraddizione palese.
La contraddizione si sostanzia nel fatto che i governi che si sono succeduti dal 2010 in poi con la breve parentesi sovranista del governo giallo verde e giallorosso avevano tutti in comune l’intenzione di ridurre il debito pubblico.Il piano per ridurre il debito pubblico risponde ad una visione liberista ,che non è stata solo una ridefinizione della politica,od una neccessità per stare tra i big europei per il nostro paese,ma anche una scelta che accomunava programmi politici liberisti e populisti .Da un lato dal tempo dei libri di Sergio Rizzo e Stella sulla casta,fino al grillismo, tutti quanti hanno concepito in modo diverso ,una strada per la spending rewiev con l’obiettivo oltre che dell’efficientamento del paese in tutti i suoi aspetti (dal digitale,alle partecipate pubbliche ,alle autostrade),aveva l’obiettivo ideologico di far emergere i tartassati cioè i ceti produttivi non piu’ nell’epoca moderna solo operai ,ma anche imprenditoriali ,professionali e via dicendo ,rispetto alla mano morta del pubblico statalizzato e della politica con i suoi emolumenti.
Naturalmente all’interno dell’establishment ci furono dei fuorviamenti rispetto a questo obiettivo lanciato dopo il crollo di Berlusconi,come fu il governo Renzi che triplico’ il debito,e fuori dall’establishment ci furono i governi Conte che decisero di controbattere alacremente alla Ue che chiedeva rigore di bilancio.
Oggi anche il governo del banchiere Draghi ,sembra uno di questi fuorviamenti rispetto ad un etica ed ad una prassi liberista.Anzi il governo Draghi che è sorretto da forze interne ed esterne all’establishment,si puo’ dire abbia conservato molto poco di liberista,a parte il suo atlantismo e filo americanismo.
Lo si vede dopo il piano speciale per il Covid dove aveva già chiesto delle forti riduzioni del rigore di bilancio europeo ,fino a come tutto il resto d’Europa alla sintonia tra Draghisti e banche centrali ,tanto che arrivati adesso alla crisi russo-ucraina ,l’idea di ricominciare ad alzare i tassi di interesse e tornare ad una politica della liquidità monetaria normale ,non passa nemmeno per la testa a Lagarde e Draghi e a Bruxelles che lancia piani speciali per la guerra ,oltre all’invio con miliardi dei cittadini europei di armi ,un piano immigrazione speciale,e l’abolizione per un pò di tempo del patto di stabilità.
I rigoristi del bilancio pubblico ,si nascondono dietro “mamma Nato” ,mentre non si sà che fine farà il piano di rilancio e resilienza in un periodo cosi turbolento.In un epoca dove la crisi sociale può aumentare colpa i rincari e le tensioni geopolitiche,l’Europa e sopprattutto gli stati del sud europa,nascondono le loro debolezze strutturali dietro lo scudo della guerra atlantista.Per quanto potrà durare e quanto peggiorerà questo stato di emergenza?Mentre le nazioni si riarmano ,espandono i loro eserciti (vedi la Germania),fino alla costruzione di una vera e propria economia di guerra che ha poco di liberale,con una retrocessione della globalizzazione e della “pax mercatarum “,e la divisione del mondo in due blocchi geopolitici ,quello russo cinese ASEAN e quello atlantico occidentalista.Tuttavia rimangono le debolezze europee,si parla di guerra ,per non parlare di disoccupazione e di crescita della precarizzazione lavorativa,mentre si denunciano giustamente i dittatori ,non ci si accorge che qui in Europa con poco dissenso sulla carta stampata e sui mass media,assomigliamo sempre piu’ al Soviet supremo,tanto che tutti gli operatori dicono le stesse cose o quasi.La soluzione a tutti i problemi pare che sia oggigiorno una ricomposizione dei rapporti di forza imperialistici (citando Lenin ,Rosa Luxembourg e Karl Marx),ed la soluzione si pensa qui in Europa e solo una,colpire l’Asia,per ricostruire una pax economica militare euro-americana,senza bisogno delle riforme ormai specchietto per le allodole.

EDOARDO BUSO