Associazione consumatori: cosa fanno e come sceglierla - U.Di.Con Unione  per la Difesa dei Consumatori

Leggevo su La stampa un articolo riguardante il forum di Davos in cui si riuniscono le elite finanziarie ed economiche globali dove Abigail Disney nota filantropa ha chiesto maggiore tassazione per i ricchi.Non per tutti i ricchi ma per quell’1 per cento secondo le rilevazioni Oxfam e di economisti come Pikketty che detengono il potere economico mondiale.
Non si può che avere stima per quella parte di miliardari che chiede maggiore tassazione per dare ai poveri,va incitata questa generosità ,sempre rimanendo dentro una cornice di spontaneità e mai di rivoluzione violenta o lotta di classe violenta.
Ma bisognerebbe analizzare anche altri aspetti del fenomeno:innanzitutto è vero che le elite dei superricchi sono favorevoli a maggiore equità,perchè il capitalismo funziona se i consumatori acquistano e se i lavoratori producono e quindi c’è neccessità che i soldi circolino nel maggior modo possibile.Allo stesso tempo e qui c’è l’inghippo ,in periodi di recessione le aziende (anche le grandi aziende multinazionali )sono in difficoltà.Se la crisi come affermano economisti come l’ex premio Nobel Von Hajek viene lasciata procedere,essa stessa funge da elemento di ristrutturazione aziendale.Vuol dire che è la crisi che porta le migliori aziende ad affermarsi e le peggiori a chiudere.Purtroppo nel nostro mondo ,dominato da una finanza artefatta dalle banche centrali ,spesso le aziende sopprattutto quelle grandi (vedi la Fiat negli anni settanta e ottanta che drenava soldi allo stato centrale,prima comunque della cura rinnovativa di Marchionne),le stesse aziende sono sostenute dalla spesa pubblica o dal denaro Fiat emesso dalle banche centrali.Si intende denaro Fiat cioè valuta senza corrispettivo in oro ,cioè valuta emessa senza copertura a scopo inflattivo.Un pò meno in Europa ,ma tanto negli Usa la Federal reserve (li dove manca spesa pubblica)emette soldi che fa circolare ad inflazione per sostenere le grandi aziende:ecco spiegato perchè le aziende americane non falliscono mai ,mentre i poveri americani si trovano con prezzi alti per cibo e vestiario e sono costretti ad andare a mangiare da Mac Donald tutti i giorni.
Questo meccanismo è un pò meno presente in Europa grazie al controllo sulla massa monetaria della banca centrale europea ,ma era presente in passato nel sud Europa una spesa pubblica eccessiva per assistere cittadini e aziende ,spesso sperperando i soldi e non raggiungendo comunque l’obiettivo di aiutare le persone.
Insomma dire che i “miliardari” devono dare di piu’ ,in certi casi (il caso di quei miliardari con aziende sostenute dalla spesa inflattiva),può nascondere l’intento duplice di drenare soldi dalle banche ,con il favorire prezzi distorti (e quindi piu’ alti)dall’inflazione mondiale,e poi allo stesso tempo restituire alla cittadinanza inconsapevole quei soldi al posto di garantire una azienda sana ,con conti in equilibrio,che non partecipi alla creazione dell’inflazione degli stati.
Naturalmente non è il caso di tutte le aziende multinazionali e nemmeno di tutte le aziende che probabilmente partecipano al forum di Davos.
La soluzione migliore è quella di uscire prima dal circolo inflattivo ,ritornando ad una situazione piu’ equilibrata di liquidità monetaria emmessa dalle banche,questo stimolerebbe due processi :il primo i prezzi non verebbero artefatti e tornerebbero su soglie normali ,secondo le aziende senza aiuti dalle banche e dallo stato se sono cattive aziende fallirebbero.
E’ per questo motivo che Von Hajek che di certo non disprezzava la generosità volontaria e la filantropia,diceva che la crisi va lasciata procedere perchè ristrutturi la società ,infatti non lasciare procedere la crisi crea danni maggiori,somma crisi a crisi ,provoca fenomeni artefatti dove succede che il medico che misura la “febbre economica” debba mentire anche se il termometro dice che quello stato e quella azienda sono destinati a fallire o morire.
Naturalmente si procederà con moderazione.E quindi non dico che a Davos si siano dette cose sostanzialmente sbagliate bisognerà vedere poi i metodi di realizzarle.
Un altro aspetto che la pubblicistica anti-liberale e anti libero mercato non vede ,è che poi Davos non ci tocca cosi tanto,dal titolo dell’articolo.Mi rifaccio per spiegare questo a due economisti e ideologhi di stampo socialista.Paolo Sylos Labini e Lenin.
Paolo Sylos Labini noto economista proveniente dal partito d’Azione liberal-socialista e poi critico pure di Berlusconi prima di morire,scriveva nel suo libro Saggio sulle classi sociali ,che c’è piu’ parassitismo nelle classi medie che nell’intera classe capitalista.Lenin in Stato e rivoluzione sognava una rivoluzione marxista contro lo stato ,contro la burocrazia statale ,contro l’esercito ,le scuole ecc.E poi scriveva che gli operai pubblici dovrebbero essere parificati agli operai del privato .Bella lezione che viene dal marxista Lenin ai nostri statalisti di sinistra italiani.Va detto che semmai quello che differenzia maggiormente le persone nelle dinamiche nazionali sono le differenziazioni burocratiche o legate al crescere e all’affermarsi delle classi medie,piuttosto che dei grandi capitalisti.Le classi medie sono piu’ o meno sviluppate in modo differente da paese a paese:In Cina si è incominciato a parlare di diseguaglianza quando si è costituita una grande classe media che non esisteva ai tempi di Deng Xiaoping negli anni ottanta nei tempi dell’accumulazione capitalista primitiva.E oggigiorno le classi medie sono entrare irrevocabilmente in scontro con la globalizzazione,il mercato libero e la finanza globale:dunque anche con i miliardari di Davos.Bella notizia comunque ,perchè a Davos si pensa un pò meno alle classi medie e piu’ ad un uguaglianza mondiale basata sul ruolo del consumatore ,dove si riduca il potere e la ricchezza delle classi medie compresse verso la classi medio bassa ,e si potenzi il ruolo del consumatore.E’ in questo senso che chi vuole essere liberista oggi non può non vedere come affermavano Alesina e Giavazzi due grandi economisti italiani,che il liberismo può convivere con una sinistra riformista,che sostituisca alla egemonia della classe operaia una nuova egemonia quella dei consumatori guidati non piu’ dalla “classe stato” marxista e statalista,ma bensi dai grandi potentati finanziari e multinazionali mondiali.E’ per questo motivo che i ricchi a Davos sono intenzionati a dare di piu’ e hanno ragione.Mentre per toccare veramente privilegi accumulati nel tempo una buona politica riformistica nazionale deve incentrarsi sulla riduzione a mio parere piu’ delle classi medie che non delle super-upper class(le classi alte).C’è una strenua resistenza delle classi medie sopprattutto in Italia a differenza della Germania che appare piu’ uno stato operaio basato sui grandi Konzern e il ruolo del sindacato.E nel nostro paese che bisogna sfatare il mito secondo cui ci sarebbe un complotto ordito da pochi miliardari per togliere soldi ai poveri ,mentre le classi medie sono estese piu’ che negli altri paesi (in particolare quelli nordici).Ridurre quindi le diseguaglianze passa per un rapporto di alleanza tra consumatori egualitari (in nome del mercato e dei Diritti dell’Uomo),ed le grandi aristocrazie mondiali del denaro sempre se si riuscirà ad uscire da un ciclo economico di ristagno.

EDOARDO BUSO