Dai telegiornali giungono notizie di aziende italiane che delocalizzano nell’est Europa,e allo stesso tempo ci si chiede a livello di governi se sia veramente neccessaria un Unione Europea allargata all’est ,in contrapposizione alla Russia di Putin e con nazioni che ne fanno parte con livelli di sviluppo differenti.
Si perchè è difficile che una nazione con un livello di sviluppo precedente a quello italiano o francese,possa pagare gli operai,metterli in sicurezza sul lavoro ,pagare le tasse ,garantire cioè una legislazione da stato del benessere ,se gli mancano i soldi per investire e il lavoro coatto e a basso prezzo è l’unica strategia sicura per far crescere il Pil in un contesto spesso deflattivo.E’ il caso della Croazia,della Serbia,della Romania ,dell’Ungheria e della Polonia che non adottano inoltre ancora l’euro:dovranno fare delle prolungate riforme per arrivare all’adozione dell’euro,stabilizzazione macroeconomica e anche maggiore democrazia e diritti umani.Puo’ esistere allora un Europa del genere?
Tuttavia bisogna ragionare non solo in termini economici e di diritti sociali,ma anche militari e geopolitici.Non è un segreto che l’Europa allargata ad est sia fondamentale per evitare che la Russia una delle minaccie potenziali per il Pentagono Usa e per la Nato piu’ importanti ,possa ricominciare a riportare questi stati postcomunisti dell’est europa sotto il suo manto.Dovremo imparare ad accettare di piu’ la presenza in Europa di questi stati ,anche se creano delle Unioni come quella di Visegrad basate su una rilettura dei concetti progressisti che l’Ue vorrebbe a tutti gli stati applicare.Il patto di Visegrad fa di questi paesi allo stesso tempo dei “rillettori” del concetto di Occidente in senso cristiano e identitario e quindi li avvicina alla Russia ortodossa di Putin anche se molti di essi sono prettamente cattolici come la Polonia o l’Ungheria,e in secondo luogo ne fa degli stati antitetici oltre che al progressismo Ue anche al neo zarismo del gas russo.
Questi stati sono fondamentali per una strategia della Nato che coinvolge Europa e Usa per contenere lo strapotere riccattatorio della Russia.
Certo i rapporti con la Russia sono da riconsiderare,ma non si può pensare che l’Europa rinunci a creare un suo blocco geopolitico strategico che possa contenere Russia e Cina.Quello che si chiede ai paesi del patto di Visegrad oltre al rispetto dei diritti umani è di mantenere delle relazioni trasparenti con la Cina sopprattutto e non bypassare l’Europa per maggiori contratti con la Cina.
Purtroppo vige all’interno del socialismo europeo che ingloba anche partiti ex comunisti una certa avversione perlopiu’ storicistica piu’ che politica,verso questi paesi come la Polonia o l’Ungheria che dopo aver subito angherie e morti durante il comunismo adesso sembrano risorgere.E fu proprio dalla Polonia che Papa Woytila riusci a costruire le basi per far crollare il Muro che divideva l’est dall’ovest.
A parte Romano Prodi che è sempre stato favorevole ad una maggiore integrazione europea,c’è una critica da parte del populismo di sinistra e di destra verso il processo di delocalizzazione aziendale anche verso la Cina.Su questo si potrebbe fugare con queste parole la condanna di malafede verso gli industriali occidentali e i politici che hanno permesso dai Clinton ai Bush al Wto la rapida espansione commerciale e produttiva cinese.La crescita della Cina seppur incontrollata e dannosa dal punto di vista ambientale e economico creando un grave dumping verso l’Occidente,è stata voluta non in malafede ,ed ha garantito un sistema quello di mercato libero e neoliberale che pur con sacche di povertà globali ,ha garantito una transizione dalla guerra fredda e dal comunismo e una pacificazione globale.Se già il comunismo era pericoloso per la democrazia,immaginiamo cosa potrebbe essere stato un blocco continentale sovietico cinese in mano a ideologie opposte al comunismo di tipo nazionalista.Pensiamo cosa potrebbe rappresentare un possibile “Mussolini” d’Asia con miliardi di persone.Il libero mercato pur nelle sue imperfezioni ha scongiurato uno scenario simile.
Ma adesso rimane aperta la partita e il divario produttivo o assimetria tra Occidente e Asia.
Lo si potrà forse parzialmente risolvere rafforzando il potere contrattuale dell’Occidente,ma anche utilizzando come boomerang il tema climatico ambientale come sembra voler fare il Presidente americano Joe Biden che chiede a Russia Cina e India maggiore rispetto degli standard ambientali ,in questo senso maggiore ecologismo può diventare un trampolino di lancio per maggiore dignità anche dell’operaio sfruttato nelle fabbriche asiatiche.E se non con il protezionismo come si potrà risolvere il problema del futuro lavorativo di milioni di cittadini occidentali?Anche qui il discorso si complica,perchè dovremo riformare da noi in Europa e negli Usa l’istruzione avvicinandola al mondo produttivo e aziendale,ma anche cercando di favorire delle menti innovatrici.Purtroppo ci siamo accorti negli Usa e in Europa negli ultimi anni ,che mentre i giovani europei e americani guardavano le serie tv ,i loro coetanei asiatici progettavano prodotti innovativi da lanciare sul mercato grazie anche alle promesse dell’informatica (in Bangladesh per esempio ci sono ottime scuole di informatica per dirne una).
Insomma i temi affrontati sono tanti ,ambiente e clima per ribilanciare il pianeta,innovazione e formazione al lavoro ,ed difesa di un blocco geopolitico continentale europeo che nonostante i problemi che dà ,non può essere abbandonato come progetto.
EDOARDO BUSO