
Negli scorsi giorni due famosi giornalisti liberali (Angelo Panebianco sul Corriere della sera e Giuliano Ferrara sul Foglio)si sono confrontati sul tema del gretismo e dell’ambientalismo.
Panebianco ha voluto evidenziare il “profetismo” di Greta Thunberg.
Greta mi chiedo è portatrice di una visione ecologica della realtà ,dell’ambiente ,di un ambientalismo a volte castastrofico e estremo ,o accetterà nel tempo un compromesso con i governi dopo che avranno messo in atto le loro riforme legate alla green economy?
Da un lato è vero e facilmante sondabile,che le risposte che hanno dato i governi e anche i governi europei con il piano Green new deal non sono stati apprezzati da Greta,che li ritiene sforzi di poco conto,e anzi ha detto che non si è fatto ancora abbastanza.
Ma per fare abbastanza cosa sarà richiesto?Innanzittutto dobbiamo porci dei limiti su quello che vogliamo realizzare ,per non cadere nelle trappole degli estremismi infantili ,già Lenin definiva certe forme di interpretazione del marxismo,2malattie infantili del comunismo”.Stesso lo si puo’ dire per certe forme di ambientalismo?E si può accettare fino a che punto la “la politica dei bambinI al potere”? che chiedono di re-iniziare il mondo partendo da un foglio bianco (di diabolica polpottiana memoria?).
Il problema è dato dai mezzi di comunicazione che non ci hanno spiegato la differenza tra mezzi e fini,ovvero se le richieste del mondo scientifico siano le stesse del Gretismo ,o se queste richieste della scienza empiriche possano essere realizzate un pò per volta con le dovute rinuncie e sacrifici.Abbiamo tutti in mente le sofferenze degli orsi bianchi e lo scioglimento dei ghiacci al POlo Nord nonchè al Polo Sud.I governi con la convenzioni di Parigi e gli accordi climatici e la Cop 21 hanno deciso di ridurre l’emissione dI cO2 ,è questo lo stesso obiettivo dei gretini ,o essi stessi vogliono di piu’ e hanno in mente un nuovo tipo di società?Come distinguere tra scienza empirica e i nostri doveri e ideologia?Penso sia questa la domanda che bisogna farsi per non cadere nel tranello di negare il cambio climatico.E poi viene un altra domanda ,i cosidetti ecologisti alla Greta sono a favore di una società che riduca le emissioni di Co2 e allo stesso tempo si proietti nel futuro ancora come società industriale ,tecnologicamente avanzata,informatica e digitale e proiettata verso la colonizzazione dello spazio attraverso la Nasa?O queste velleità sono escluse da certo Gretismo che si proietta piu’ verso una società agreste e contadina?.Purtroppo la diffidenza di certe parte del mondo politico e della popolazione verso il giusto movimento per un futuro ambientale migliore ,nasce anche dalla confusione e sovrapposizione che i media giornalistici a differenza di quelli governativi e scientifici ,hanno fatto sovrapponendo l’immagine di Greta e le sue battaglie alle richieste sacrosante dei climatologi e agli obiettivi dei governi.Innanzittutto dobbiamo sapere se le mosse dei governi a livello globale con la riduzione della Co2 e i piani green trovano sodisfatti almeno per un 80 per cento il mondo scientifico,naturalmente in questo determinato tempo attuale ,e se cosi si possa procedere nel futuro.E solo dandosi dei limiti e con un atteggiamento empirico ,ma anche facendo le cose giuste,che si può venire fuori da un dato problema e si distingue meglio ambientalismo da movimentismo ideologico.
EDOARDO BUSO