LE DELOCALIZZAZIONI PRODUTTIVE | La Voce Trasporti & Diritti

La maggioranza del governo Draghi costituita da Lega ,Cinque stelle e Partito democratico sta per varare una nuova legge che cerca di bloccare le delocalizzazioni,come avevano fatto anche i governi precedenti in particolare il primo governo Conte.
Dovremo essere felici di questo passo ?Ci sono due motivi per non esserne felici .Ricordava in un suo libro il giornalista Federico Rampini ,il libro era Il secolo cinese ,che ormai gli occidentali,i ragazzi europei e americani che vivono nelle società a piu’ alto livello di ricerca tecno scientifica e accedono agli studi,non vogliono piu’ fare gli operai.Presto questo sarà un fenomeno anche cinese ,visto che la Cina inizia a portare le sue produzioni manifatturiere a basso costo nelle aree del sud est asiatico.Questo non vuol dire che l’Italia non abbia un problema legato alla produttività e alla qualità della produzione.In Cina si inizia rispetto a un decennio fa a ragionare su qualità della produzione e produttività si ma su prodotti da fabbricare ad alta innovazione.
Perchè dovremo essere tristi se per esempio le fabbriche di petardi si spostano dall’Italia verso l’Africa per fare un esempio?Erano fabbriche che avevano talmente un basso costo produttivo che non riuscivano a stare dentro la nostra nazione con la sua legislazione sul lavoro.Ci sono due aspetti da analizzare :piu’ le fabbriche di basso costo si spostano verso i territori poveri del sud del mondo ,piu’ andiamo verso un mondo aperto e globale.Piu’ invece le fabbriche a basso costo rimangono da noi ,piu’ i paesi del secondo e terzo mondo, scelgono in mancanza di lavoro ,regimi autoritari comunisti,teocratici o fascisti.Ma tutto è possibile per vilipendere la globalizzazione,oggi dopo i fatti Afghani si dice che non serve neppure piu’ la Nato come ha affermato l’ex ambasciatore Sergio Romano.La verità invece è che per andare verso una società aperta,interistituzionale,e democratica a livello globale,le aziende ,le merci le persone debbono potersi muovere e ne guadagna la democrazia come ne guadagnerebbe in “guerra” da eserciti che collaborano tra loro.
Oggi gli italiani e gli europei devono puntare non solo sui servizi ,visto che il manifatturiero si sposta,ma su produzioni ,brevetti e innovazioni di alto livello qualitativo.Magari cercando di fare in modo (e Draghi lo sta facendo)che altre aziende del mondo vengano a produrre in Italia e Europa.
Insomma il mercato è un dare e avere .Ma si scontra con la politica,che nel breve periodo difende il posto di lavoro con le unghie e con i denti ,anche se quel posto sarà destinato a fallire.E su questo nel breve periodo la politica non può fare altrimenti.

EDOARDO BUSO