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Ho seguito dai post su facebook il dibattito tra Chiara Ferragni e Matteo Renzi sulla legge Zan in discussione in parlamento.La Ferragni trova disdicevole l’atteggiamento di Renzi e altri partiti centristi o di centrodestra che vorrebbero delle modifiche a questa legge per trovare un ipotetico compromesso sul tema della transfobia,l’ideologia gender e via dicendo.
Bisogna tenere fermi due punti fondamentali per capire la politica.Da un lato la politica attuale è onnipresente e soffocante per colpa dei nuovi mezzi di comunicazione social.Dall’altro lato non c’è una chiarezza sociologica nell’analisi di un fenomeno.
Il fenomeno omotransfobia è fondato su due elementi:il primo legato a un movimento come quello omosessuale che condivide battaglie anche con il movimento femminista che ha una sua storia che attraversa decenni e decenni.Il secondo aspetto è legato ai partiti,cioè se i partiti debbano piu’ o meno intermediare le richieste di questi movimenti come quello dei gay ma anche altri movimenti come quello animalista per fare un esempio.Ci sono partiti che intermediano,partiti che negano al loro interno la presenza di questi temi o li rigettano,e partiti che accettano senza riserve quello che questi movimenti propongono.
Ci troviamo dunque riassumendo davanti a un fenomeno che deve essere intermediato.Ma come intermediare nelle coscienze del popolo queste tematiche?Purtroppo noto che in Italia rispetto ad altri paesi occidentali ,spesso ci si contrappone in tifoserie che non accettano una intermediazione.Il problema non è dato dai contenuti di ogni singolo progetto di legge,ma bensi dal modo o meglio del veicolo per come questi contenuti vengono trasmessi.Nel mondo della comunicazione mediatica italiana spesso scarseggiano professori delle varie università sia pubbliche che private che potrebbero esprimere i loro pensieri e confrontarsi.Il dibattito televisivo è legato a poche figure spesso del livello di professori (come possono essere quelli laureati alla Bocconi ad Oxford o a Yale).Si preferisce lasciare intermediare l’informazione da questi nuovi influencer come la Ferragni e Fedez, che possono pure possedere una laurea ma non hanno un percorso accademico di alto rilievo od di lunga data.Ogni tanto penso sorridendo se facessimo confrontare la Ferragni magari con un professore e autore come Francis Fukuyama, sarebbe veramente una cosa da ridere.
i professori che appartengono a diverse visioni politiche ,hanno opinioni diverse,basta cercare in un motore di ricerca professori di varie università del mondo sia pubbliche che private e ci accorgiamo che questi professori costituivano quella che un tempo era definita “l’iperclasse culturale”,cioè una classe che doveva consigliare la classe politica.Questo accade ancora,anche se da noi l’intermediazione avviene in modo diverso.Renzi dal canto suo ha fatto bene a ricordare alla Ferragni la nobiltà della politica,e la liceità di diverse visioni del mondo che devono trovare un compromesso di convivenza.E lo stesso Renzi da vero leader che è riuscito a fiutare la superiorità del governo Draghi forse piu’ elitaristico di quello Conte ma piu’ capace,si è detto pure pronto a dibattare con Chiara Ferragni.Nel campo della cultura moderata e cattolica ,che vede vincente il partito popolare europeo in quasi tutta Europa,si rileva la mancanza da noi in Italia di una ampia gamma di professori anche cattolici (come succede nel protestantesimo americano)che in Italia possano dibattere e disquisire varie tematiche all’interno dei mezzi di comunicazione.Purtroppo i nostri mezzi di comunicazione danno poco spazio all’approfondimento intelettuale e culturale,se non per quel poco che è solitamente manovrato da istanze culturali legate alla sinistra.
Non voglio allontanarmi troppo dal mio discorso ed entrare nel solito tema su quanto manchi una cultura di centrodestra.Ma sarebbe interessante se anche all’interno del mondo moderato ,centrista,liberale,riformista e cattolico si potesse iniziare a dare piu’ voce alle “iperclassi intelettuali”,è un monito a Salvini per esempio che scimiotta la Ferragni giocando a fare l’influencer.
Quello di cui parlo è un problema indotto putroppo anche dalle visioni politiche che si sono affermate negli ultimi anni,il populismo di sinistra anti politico e quello di destra,che hanno disintermediato insieme alle crisi economiche e pandemiche quella che poteva essere la fiducia nelle elite democratiche liberali.
Oggi come ho scritto in diversi altri articoli c’è bisogno di ricostituire delle elite,ci riusciremo?Nel mio piccolo scopro ogni giorno che passa l’importanza di fondatori di quel e quell’altro pensiero,da Gioberti a Cattaneo a Marx a De Maistre e via dicendo.

EDOARDO BUSO