INCONTRO DRAGHI-BIDEN/ La falla cinese indebolisce l'Italia: gli Usa  cercano risposte

Su una cosa c’è sicurezza ,un governo Conte tre avrebbe portato alla decrescita in quanto autoritario e dirigista ,invece il governo Draghi sulle vaccinazioni ,e sulla ripresa sta dando dei buoni risultati
Il pil re-inizia a crescere,però lasciatemi dire che c’è ancora un grosso nodo quello della produttività del sistema industriale italiano,ed è un nodo molto difficile da sciogliere.Il pil cresce in un mondo in cui allo stesso tempo,tutte le nazioni ,e anche la Cina perdono colpi in termini di ricchezza interna.Quindi sarebbe un utopia riportare il pil a prima della crisi quella del 2008 che in Italia è durata dieci anni e che aveva comunque nella stessa Italia basi consolidate ancora piu’ indietro nel tempo.Come sarebbe già una buona cosa riuscire a riportare il Pil a prima della seconda crisi ,quella degli ultimi anni con il coronavirus e la pandemia globale.
Poi ci sono altri fattori che ci dicono scientificamente,che il governo Draghi è migliore di altri governi,ma che la economia essendo una cosidetta scienza triste non può promettere il paradiso in terra.I fattori sono diversi,e tutti questi fattori insieme ci indicano che il Pil e la ricchezza dei popoli occidentali ,ma anche forse di quelli non occidentali ma in crescita come la Cina o la sud corea ,è destinato a ridursi nei prossimi decenni.Il primo fattore è quello legato alla transizione ecologica ,da un lato la sostenibilità ambientale potrà essere utilizzata per creare prodotti ambientali innovativi e risparmiare.Dall’altro lato nei paesi a minor innovazione industriale e creatività potrà trasformarsi in un gettito ulteriore che i cittadini dovranno dare rinunciando a parte della loro ricchezza.Molti prodotti low cost o servizi low cost potrebbero risentirne della transizione ecologica e essere destinati a scomparire,interi settori ,e poi per tutelare meglio l’ambiente dovremmo tassare in qualche modo cittadini e produttori,almeno questo dicono gli organismi internazionali.Certo c’è sempre l’opzione nucleare che è un energia pulita non scevra di rischi ,che anche il presidente americano Biden sta rivalutando almeno a livello energetico.Ma tuttavia dobbiamo metterci in testa che la transizione ecologica avra dei benefici ma costera dei sacrifici da parte di tutto il sistema mondiale.
In secondo luogo parte del Pil potrà andare in futuro destinata agli armamenti e agli eserciti.Su questo aspetto inciderà la politica apertq da Biden sul fronte asiatico ,sulla Cina.La Cina diventerà piu’ collaborativa con gli Usa?Rispetterà i diritti umani al suo interno?Ritirerà la sua propaganda aggressiva ed egemonica nel resto del mondo?.Per far ragionare maggiormente la Cina Biden ha giustamente iniziato a vedere un pò di piu’ l’Europa e a integrarla in una politica estera euro-americana.Bisognerà rilanciare la Nato e forse anche un esercito europeo,e parte del Pil andrà anche a questo obiettivo.
In terzo luogo a far perdere ricchezza al mondo già ricco ,sarà la crescita industriale di nuovi settori continentali come l’Africa e il Sud America ,questa crescita di questi paesi determinerà una nuova rilocazione delle risorse e dei mercati e quindi se i mercati resteranno aperti nel mondo questi paesi potrebbero conoscere un boom economico ,ma tutto dipende da noi,da noi,da quanto siamo disposti a continuare il percorso della globalizzazione o arrestarla e magari puntare alla decrescita,al nazionalismo,al dirigismo statalista,al comunismo o al fascismo.
Certo una parte del Pil oggigiorno è artefatto di un boom inflazionistico anche pericoloso determinato dalle banche centrali e dalla manipolazione dei tassi di interesse come dicono gli economisti liberali della scuola Austriaca.Ma prima o poi bisognerà rialzare i tassi di interesse e puntare sulla ripresa produttiva e un mercato integrato globale.
In Italia poi andando a vedere nel microcosmo ,sarà importante avere una giustizia piu’ veloce per imprese e cittadini ed è una buona cosa che forze politiche come i Radicali italiani e altre stiano proponendo dei referendum in questo ambito.
Se da un lato non si potrà tornare nel breve periodo che include decenni ad una crescita come quella degli anni ottanta e novanta,dobbiamo scongiurare nel nostro paese e in Europa come negli Usa dei governi anti-industriali (senza per nulla togliere l’importanza del sociale),e magari governi “decrescitistici” o rassegnati alla cosidetta teoria della stagnazione secolare.E il governo Draghi pare non rassegnato a questa opzione.

EDOARDO BUSO