Sto leggendo un libro di Michael Chrichton dei primi anni 2000,Punto critico è il titolo.Chricton è uno dei capisaldi del genere distopico e pessimistico,ha avuto grandi meriti nello stendere alcuni suoi romanzi ,ha fatto concentrare l’opinione pubblica sui rischi dell’ingegneria genetica con Jurrassic Park ,ma anche con un altro suo volume che parla dei rischi legati all’estremismo ambientalista.
Chricton per le sue critiche pessimistiche ,condite cioè da un pessimismo antropologico ,può essere di questi tempi piu’ inserito nella scatola dei “sovranisti” critici verso il mercato libero e la globalizzazione.
In questo suo ennesimo romanzo cioè Punto critico che è ambientato in una fabbrica dove si producono pezzi di aerei da viaggio e si assemblano questi pezzi,negli stati uniti d’america,il problema e lo svolgimento del romanzo è concentrato sul fatto che i manager di questa ditta decidono di far fabbricare alcuni pezzi degli aerei in altri paesi del mondo ,per esempio la tanto vituperata Cina che sta già dal 2003 circa scalando il mercato mondiale.Naturalmente il libro è un pò parasindacale perchè gli operai di questa industria americana non vogliono che si producano questi componenti in Cina ,tramite le cosidette “catene del valore”.Chrichton anticipa Trump e il fenomeno tanto diffuso a sinistra come a destra dell ‘arco politico del populismo di stampo nazionalista e sociale e antiglobalizzatorio.
La critica poi si sposta sul mercato libero in totum,con un no dell’autore ai voli low cost ,pure le mense degli aerei low cost sono pessime pensate allora ai componenti utilizzati per questi aerei dove il costo del boglietto è ridotto all’osso,molta ruggine dunque e materiali corrosi.
Naturalmente dobbiamo prendere il romanzo per quello che è cioè un opera di fantasia ;questo non toglie il fatto che esistano ed esisteranno sempre truffe e imbrogli ai danni dei cittadini.Ma se osserviamo il fenomeno un pò spostandoci da una ottica cripto-fascista,capiamo che le catene del valore e il mercato globale hanno permesso anche ai paesi poveri di poter far costruire pezzi dei loro aerei all’estero.E dietro un componenete di un aereo prodotto in paesi diversi ,c’è sempre un progetto ingegneristico,tuttalpiu’ è difficile per molti paesi anche occidentali ed europei pensare di produrre tutto a casa propria,c’è bisogno di grandi spazi e via dicendo.
Discorso diverso è quello ambientale,perchè è vero e sacrosanto che i viaggi lowcost hanno contribuito all’inquinamento del pianeta.Ed è difficile stare calmi pensands a quante volte i nostri politici utilizzano voli di stato per cose che si potrebbero risolvere tramite le videochiamate,zoom o skype.
EDOARDO BUSO