
(DI EDOARDO BUSO )
Oggi come oggi il tema del lavoro ha acquisito un importanza sempre maggiore anche per via della disocupazione crescente e dell’automazione .Il sociologo Domenico De Masi ,molto accreditato tra i nuovi movimenti politici come i cinque stelle ,ha preconizzato nel suo libro La fine del lavoro ,una società piu’ automatizzata e robotizzata dove ci sarà sempre piu’ tempo libero per tutti,e si dovrà scalfire pian piano la bruocrazia gestionale privata e quella pubblica,al tema della digitalizzazione del lavoro nel mondo si è occupato pure un altro “grand commist” come Enrico Sasson facendo previsioni già dagli anni novanta sul mondo asiatico ,che è diventato il principale hub manifatturiero del terzo millennio.
1 Le società del non lavoro
Un giornalista tra i piu’ anticonformisti come Massimo Fini ha scritto un manifesto,detto dell’antimodernità metà di dichiarazioni di guerra alla globalizzazione metà previsione sul mondo del futuro in cui il lavoro ci sarà sempre meno,sopprattutto in Occidente.
Fini fa notare infatti che solo dall’Ottocento con la società industriale abbiamo il lavoro di massa ,delle masse ,e viene introdotto il dovere del lavoro .Nelle società antiche cosi fino a quella agricola medievale il lavoro era visto in maniera diversa.
L’antica Grecia si è sviluppata per esempio come società mercantile ,dunque gli storici del pensiero economico la fanno rientrare nella definizione di società basata sul libero scambio e capitalista.
Tuttavia all’ìnterno di essa il lavoro manuale è disprezzato.Solo negli anni 70 del 900 ,gli storici del pensiero economico e sociali ,sono riusciti a definire su cosa si basasse l’economia dell’antica Grecia.Fino ad allora e ancora adesso su molti aspetti navighiamo nel mistero.
Innanzittutto l’economia greca era basata sulla divisione tra uomini liberi e dunque cittadini e schiavi.I cittadini partecipavano alla Polis e la partecipazione politica prendeva il nome di Paideia ,cioè mercato libero delle idee.
La società greca era infatti una società anti.materialista ,basata sul concetto di “esistere” ed esistenza e su concetti di meritocrazia spirituale.Il vero obiettivo dell’uomo era divenire un buon filosofo ed un buon politico ,anche se povero.Infatti anche gli uomini in alto nella gerarchia sociale mettevano in comune i propri beni ,donando il surplus al popolo.
Un altra caratteristica era la divisione per un certo periodo della Grecia in città stato divise e indipendenti l’una dall’altra.All’interno di esse aveva importanza la piccola proprietà agricola,basata sui cereali e sulla produzione dell’olio che veniva esportato.
Mentre il lavoro piu’ duro lo facevano gli schiavi ,che venivano schiavizzati quando i dittatori greci e spartani occupavano nuovi territori ,come il Peloponneso.