
Il dibattito sulla scuola,se debba rimanere aperta con il Covid o no,ha trovato il nostro paese in forte faticamento rispetto al tema dell’homeschooling ovvero seguire le lezioni da casa tramite computer,come d’altronde anche dello smart working.
Da un lato non si può ridurre e minimizzare il ruolo della scuola,riducendolo solo a lezioni tramite computer,in quanto la scuola è anche un luogo di socializzazione e umanità come scrisse molto tempo fà Edmondo De Amicis nei suoi romanzi.Ci dobbiamo piuttosto chiedere,lo è ancora questo posto umano e sociale?
Io penso che la nostra società iperconcorrenziale in molti aspetti,arrivista,ma anche ingessata in Italia in mille problemi burocratici e con un onnipervasivo statalismo abbia un pò de-umanizzato le istituzioni scolastiche.
Ieri leggevo un twit di Carlo Cottarelli uno che sa fare bene i conti visto che proviene dal fondo monetario internazionale,ma che sul tema scolastico ha solo twittato ,(riporto a memoria):speriamo che con il nuovo lock down la scuola non chiuda ancora,perchè sarebbe un danno per i figli delle classi piu’ povere.
Tuttavia se ci penso un attimo,a questa frase ovvia ,corrisponde un contesto storico e sociologico che non è poi cosi ovvio.
Oggi la scuola non fa molto sopprattutto per le classi povere,ma nemmeno per le classi ricche.La scuola Italiana è in ritardo su molte cose,e per prima cosa una strategia che dovrebbe porre in atto un ministro dell’istuzione capace sarebbe quella di riformare i programmi scolastici ministeriali (che sono ancora quelli degli anni che furono),ed introdurre competenze piu’ tecnologiche,scientifiche,e incentivazione all’apertura della scuola al mondo del lavoro e delle professioni.
Ma questa è una cosa che tutti sappiamo,e anche Cottarelli la dice.
Il problema che riguarda le classi povere,è che una scuola ingessata nei suoi programmi arcaici ,poco competitiva nelle competenze globalizzate,e poco aperta al dinamismo della società produttiva ,causa proprio un ritardo verso le fascie piu’ povere.Pensiamo che un pò di anni fà le classi medie optavano per mandare i propri figli ai Licei (anchessi antiquati)mentre le classi piu’ povere optavano per l’istruzione professionale.Dieci anni fà l’istruzione professionale era di scarso livello ,lo è ancora oggi,ma nel complesso la scuola professionale,gli istituti tecnici e li dove c’è l’alternanza scuola-lavoro questi istituti si stanno aprendo sempre piu’ alla globalizzazione e migliorando se stessi.
Rimane da dire che purtroppo se i contenuti tecnici potranno migliorare nel tempo per stare dietro gli altri paesi competitivi,c’è il rischio che la scuola rimanga comunque un posto de-umanizzante.
E’ in questo frangente che bisognerebbe agire per le classi povere.Nel recupero delle persone piu’ svantaggiate e che non riescono a tenere il passo con i programmi scolastici.Purtroppo se ne è solo parlato a sinistra (dal Pd in poi)ma si è fatto molto poco.
E si nota come oltre che de-umanizzante la scuola sia anche in ritardo su processi tecnologici che potrebbero costituire nuovi tipi di relazioni sociali ed insegnamento e acqusizione di competenze come l’internet learning and studing.
Da questo punto di vista,è inutile preoccuparsi come fa Cottarelli se alla fin fine siamo bloccati in questa palude.Per affermare che la scuola fa bene ai poveri ,anche in tempi di Covid,è neccessario battersi perchè la scuola aiuti veramente i poveri.
Nella mia esperienza in un liceo negli anni passati,ho visto che addirittura da parte di certi insegnanti l’abbandono scolastico veniva promosso anche davanti a studenti minorenni,del tipo ” se non vuoi studiare fino a 18 anni ,stai a casa che nessuno ti viene a cercare”.Dico diciotto anni perchè con la riforma Moratti era quello l’obbligo scolastico,poi riportato a 16 dalla successiva riforma Fiorono del 2006.Queste minacce venivano fatte mentre in classe c’era confusione e i ragazzi facevano i maleducati,e si può pure capire le ragioni di professori iper-affaticati ,anziani e senza spinte propulsive.
Per prima cosa per riformare la scuola bisognerà non solo introdurre competenze nuove,ma anche favorire la concentrazione e la curiosità sopprattutto degli studenti,è questo viene prima di tutto il resto.
IL SISTEMA INVECCHIATO E QUOTA 100
E qui veniamo ad un altra nota dolente.A quanto scrive il direttore del Foglio Claudio Cerasa ieri,su come Quota 100 abbia lasciato a casa prepensionando miriadi di dipendenti pubblici,e adesso i nostri ospedali in tempo di emergenza siano a corto di infermieri e personale.
Il problema è anche un altro.Da un lato quota 100 ha portato a dei prepensionamenti.Per l’impatto sul debito pubblico e sulle casse con il “buco nero” Inps è stato tremendo.L’Inps deve pagare le pensioni e lo stato deve pagare pure il nuovo personale che entra al posto di quello che è stato pensionato.Doppia spesa.Ma avrebbe senso vorrei domandare ,laureare miriadi di giovani senza farli entrare nel mondo del lavoro?A sto punto potremmo si chiudere le università e le scuole,tanto ci sarebbero a lavorare sempre gli stessi.E sappiamo che da un lato l’eta pensionabile per essere in linea con i paesi globalizzati va aumentata (e su questo sono d’accordo in parte),ma in tutti questi anni i governi non hanno pensato ad un ricambio generazionale che andava spalmato nel tempo ,dagli anni novanta in poi ,dalle riforme delle pensioni di Giuliano Amato e Lamberto Dini ,fino a quelle di Berlusconi e Prodi ,l’eta pensionabile per avere consenso da parte della popolazione non è mai stata aumentata ai livelli europei.POi quando c’era il rischio Troika con Monti al governo,si corre ai ripari tutto su un colpo,penalizzando sopprattutto i giovani che sono in stallo e non riescono ad entrare nel mondo del lavoro del settore pubblico.
Certo servirebbe una rivisitazione complessiva del settore pubblico per evitare che solo perchè uno ha un pezzo di carta venga assunto sotto lo stato (come vorrebbero certi statalisti impauriti dalla robotizzazione dei processi produttivi),ma mi spiace che il tema di quota 100 venga spesso letteralmente travisato ,e si vada in giro a dire che senza quota 100 tutto sarebbe migliore.
EDOARDO BUSO