Staff member of Japan’s ruling Liberal Democratic Party walks past election campaign posters showing Japan’s Prime Minister Shinzo Abe at the LDP regional election office in Tokyo

Innanzittutto va precisato che Chiara Ferragni ha ragione a criticare chi si comporta male e mette in atto violenza.Negli ultimi giorni Chiara Ferragni si è espressa sulle subculture dei tatuati e palestrati che non gli vanno molto a genio e che reputa fascisti.Si può concordare anche su questo.Quello invece che piace un pò meno è vedere la popolazione italiana ed il parlamento correre piu’ dietro ai post della Ferragni una cosidetta influencer che non pensare a governare.
Basta un poco di tempo speso bene su siti di informazione giapponesi,mentre avviene lo scambio di leadership tra Shinzo Abe declinante ed il nuovo presidente Suka per accorgersi che li in Giappone la classe dirigente è un pò piu’ elitaria e distante dal popolo,ma anche piu’ incline a pensare a grandi scenari,grandi progetti,e grandi strutture.Mentre l’Italia corre verso il modello statunitense dove sono gli attori e le soubrette o cantanti che giudicano la politica.Con la sola differenza che li negli Usa i veri falchi al potere non mollano la presa e hanno piu’ importanza di cantanti,veline o soubrette.
Insomma quando vedo che tutti parlano della Ferragni e anche nelle scuole si fanno lezioni per parlare di mondo giovanile e influencer,mentre non si approfondiscono le parole delle classi d’elite,come i grandi burocrati,i grandi manager,i grandi banchieri,questo mi fa pensare male sul futuro della nostra nazione e anche su quello della nostra classe dirigente.
Anni di antipolitica perpetrata da partiti populisti di destra e di sinistra con aspetti in certi casi anche giudiziari,hanno fatto si che le classi dirigenti di oggi siano quello che siano,e si parla anche di ridurre gli spazi di democrazia rappresentativa facendo da parte dei populisti votare Si al referendum del 20 settembre 2020.
Piu’ ci penso e piu’ arrivo alla conclusione che il fallimento di una generazione umana e delle sue classi dirigenti è legato a questi ultimi decenni,e al passaggio dalla analisi sociale ed economica materialistica e quantitativa cara sia al capitalismo sia al marxismo,ad un epoca segnata inequivocabilmente dal crollo dell’ultima utopia,quella neoliberista che era basata quanto quella marxista sull’analisi sociale numerica e ogettivistica produttiva.Oggi viviamo in un mondo dove lo “spirituale deviato” primeggia sul materialismo oggettivo.Infatti questo modello di postliberalismo e postglobalismo dominato dalla virtualizzazione e che rigetta pure il consumismo,si tinge poi di populismo e sentimentalismo è anchesso una forma di “riparo” come una capanna mentre c’è un grande temporale,dal fare i conti con la potenza economica globale,delle nuove nazioni emergenti in primo luogo.Cioè noi non abbiamo questi strumenti per correre ai ripari.Se osservo da sociologo le nazioni emergenti dalla Cina post e neo comunista,fino a quelle povere o a quella competitive dall’est europa (Russia)fino alla Sud Corea vedo un dinamismo diverso,vedo dei popoli ancora interessati a quello che fanno le loro classi dirigenti che riescono in qualche modo a dirigerli verso degli obiettivi.Naturalmente questi paesi possono essere meno democratici dei nostri paesi europei,ma allo stesso tempo sopprattutto in Italia ormai i media sono in mano ad un “partito unico” e quindi il pluralismo si indebolisce,come anche la ricerca filosofica e scientifica individualizzata.Insomma il postliberalismo e postglobalismo assomiglia a quel mondo descritto dalla scrittrice ebreo-russo americana Ayn Rand nel libro La rivolta di Atlante ,un mondo non piu’ oggettivo che rigetta il materialismo (a anche l’egoismo)ed è in mano ad una classe di pescicani sentimentalistici.

EDOARDO BUSO