
Il ragazzo aveva appena sceso la scale del condominio con il suo cane,lo infastidiva doverlo riportare ancora al parchetto dopo quasi un ora che aveva fatto i suoi bisogni,non vedeva l’ora di partire in passeggiata e allontarsi dal quartiere ,verso la campagna e l’argine.
Aspetto che il cane facesse i suoi bisogni un altra volta,e poi cerco di portarlo per la strada che portava all’argine.
Il cane non si muoveva rapidamente,anzi si fermava dopo pocbi passi dacchè era nel marciapiede per annusare qui e li.
Poi finalmente un pò tirato (ma poco)un pò perchè si era stancato di annusare,inizio a percorrere di buon passo la strada dal marciapiede che portava all’argine.
La strada a quell’ora della mattina era piena di automobili,biciclette,furgoni delle consegne,e motorini.Già sulla strada il ragazzo si sentiva piu’ libero,e meno osservato.La strada era un non luogo ,un luogo di transizione dove nessuno lo avrebbe riconosciuto poichè era da poco tempo che si era trasferito in quella città.
Fu cosi che attraversando la strada,salendo il ponticello giallo,il cane e il ragazzo arrivarono verso l’argine.
L’argine appena lo si vedeva,vuoto con qualche stranito passante e qualche corridore,sembrava la terra promesse della libertà ,li nessuno ti osservava,ti sentivi libero e intercambiabile con le altre persone,seguivi il sole e la luce di una piramide elettrica che sentivi sepolta verso il delta,nelle acque salmastre,ricoperte dall’alto da fitta vegetazione.Li il senso delle cose era elettrico ,quasi seguisse un percorso sonoro,cun una melodia interiore cadenzata che ritmava i tuoi pensieri e i tuoi passi.Li eri nella natura incontaminata,e andavi avanti quasi vi fosse una metà spirituale in quel breve cammino.Si vedevano i tetti delle case ,alcune vecchie,alcune case di campagna con vigne intorno,alcune con sui tetti i panelli fotovoltaici.Osservavi quelle case e ti chiedevi chi vi fosse dentro ,li isolato dalla città e dagli appartamenti.
Finiva quel senso soffocante di sentirsi osservato ,bloccato,da altre persone che condividevano il tuo condominio e quelli limitrofi:a volte avevi piacere a salutare persone gioiose per pochi minuti,a volte non avevi voglia di nessun contatto,non volevi farti vedere,non volevi pensare a cosa pensasse la gente di te che vivevi in quel quartiere affollato di caseggiati condominiali.Era la sensazione mentre camminavi sull’argine che gli occhi si fossero ritirati ,e il corpo non era piu’ un elemento fisico materialmente pesante,anzi vibrava con la mente.Ti sintonizzavi sulle frequenze colorate del giallo e dell’arancione,colori che rappresetano speranza,gioia,vittoria e sensazio perlopiu’ positive ed che vanno bene per un carattere espansivo.
Anche il cane sembrava un tuttouno con quel varco temporale di luce e speranza.Mentre eri a camminae sull’argine ti pareva di essere in Francia in un paesetto sperduto dove si vedeva una Chiesa,magari nell’ottocento ai tempi di Bernardette Soubiros o del Curato d’Ars.
La tua gola desiderava del the fresco o dell’acqua frizzante,ma anche di bere da una fontana acqua fresca.IMmaginavi che quell’acqua sgorgasse dalla bocca della Madonna,un acqua benedetta che si configurava nella Trinità ,un acqua che dissetava non solo la sete fisica ma anche quella spirituale,come l’acqua di cui parlava l’Apocalisse di San Giovanni.
Sentivi la passione degli stigmatizzati ,dell’acqua che lava tutte le ferite e santifica.
Poi guardavi l’immenso sole,e ti posizionavi gli occhiali da sole bene sopra gli occhiali da vista.Se invece camminavi in quell’argine quando il tempo era nuvoloso e tirava un venticello settembrino ,ti veniva voglia di cantare una canzone eterea ,triste,nostalgica ,spiritualistica come Stay del dj Sash.
Ma il ragazzo e il cane percorsero quel sentiero ,in una giornata calorosa di inizio settembre con ancora le rimembranze di Agosto.
Potevi aspettarti una presenza,un uomo che ti toccasse le spalle,un amico ,un sorriso ,un monaco pellegrino con i sandali e il saio chiuso da un cordone.
Arrivato alla fine dell’argine era difficile ripercorrerlo per tornare,eri un pò stanco.Il cane bevve un pò d’acqua,poi appena arrivati al vicino parco gli avresti riempito una ciotola dalla fontana.
Fu cosi che il ragazzo e il cane arrivarono dunque al parco,il cane bevve l’acqua della ciotola e si mise steso sull’erba fresca,tu bevesti dalla tua bottiglia d’acqua l’acqua fresca che ti eri portato da casa.
Sentivi che eri immerso nella vera realtà,quella naturale ,il sudore ti pareva santificato e non una sozzura dovuta al lavoro sporco e alla tensione nervosa.Il corpo si era rigenerato e si era sintonizzato sul quinto elemento.Vedevi orde di pellegrini confluire verso la nuova Rivelazione.
Gli elementi ti apparivano nella loro realtà,la fontana che distribuiva l’acqua e la sua storia ,era li dal novecento,era storica,aveva servito intere generazioni.Ti sentivi in collegamento con la storia di chi ti aveva preceduto come una chiromante da un oggetto riesce a ricavarne il passato.Gli oggetti non erano piu’ elementi estranei a te come in città,essi si erano disalienati.
Camminasti con il cane verso casa dopo aver abbandonato il parchetto,e dopo una buona doccia ,leggesti un libro di geografia.
EDOARDO BUSO