Lo "Stato Nuovo" in Portogallo, Grecia e Spagna: fascista nello ...

Ho appena finito di leggere un libro di un corrispondente Rai degli anni 60,Valerio Occhetto con I pirati della libertà,la storia di alcuni rivoluzionari durante la dittatura di Salazar in Portogallo.
Questo romanzo riprende in parte cio’ che avevo già approfondito con varie letture anche in internet sul periodo salazariano e franchista.
Antonio De Oliveira Salazar può essere ricordato come l’esponente di una sintesi di fascismo e tecnocrazia,di uno stato autoritario ma non totalitario.Salazar non era un ex militare come Hitler e Franco,ma impose una dittatura di stampo militarista.Era invece un economista che aveva studiato nella prestigiosa Università della Coimbra,la sua famiglia voleva divenisse un sacerdote perchè passo l’adolescenza in monastero ma non prese i voti.Tuttavia pur se fece un lavoro laico,il cattolicesimo identitario e integrale rimase sempre un aspetto importante della sua dottrina politica,che mischiava questo cattolicesimo integrale e tradizionalista,quindi reazionario,con aspetti come il pauperismo ,il classismo,il rispetto delle gerarchie e il corporativismo.
Per Salazar era un bene che non ci fosse un vero ascensore sociale che portasse le classi povere a divenire ricche,come rivoluzioni armate o il concetto del sogno americano liberale.Chi era povero doveva rassegnarsi alla propria povertà ,capendo che era bensi un benedetto da Dio.Certo una società statica di questo tipo,può risolvere molti problemi di nevrosi da iperconcorrenza come quella che viviamo oggi.La staticità fu l’aspetto principale del Portogallo fino a metà anni settanta,quando a Salazar sucedette l’economista e tecnocrate Marcello Caetano piu’ vicino ai grandi gruppi industriali.Ma Salazar fu anche un vero ambientalista e ruralista,il suo ideale era un Portogallo dove fosse dato primato all’agricoltura che all’industria.Se questi aspetti costituiscono un bell’affresco a parole,nei fatti sappiamo quanto è difficile vivere nel pre-industrialismo,come dovrebbero capirlo i sostenitori del movimento cinque stelle che parlano di decrescita felice e si pongono oggi nel 2020 aldilà della destra e della sinistra.C’è un richiamo in essi del Salazarismo?Non a caso un grande giornalista italiano Alberto Ronchey nel suo libro Atlante Ideologico spiegava come la ideologia salazarista e il suo pauperismo di destra insieme alla rivoluzione contadina e delle “caverne” di Mao Zedong influenzarono molto il movimento cattolico e catto-comunista nel finire degli anni 60.E’ facile trovare delle concordanze tra la destra e la sinistra,in quei movimenti che si oppongono alla globalizzazione,alle riforme liberali,che prediligono una cultura di tipo astratto alle tecnostrutture del capitalismo.
Tuttavia Salazar da bravo economista riusci in un impresa in cui molti paesi oggi non riescono,cioè nel raggiungere il pareggio di bilancio (ci stavamo riuscendo noi Italiani ha detto Cottarelli in una conferenza sul suo libro Il Macigno prima della crisi del 2008),e fece anche un altra cosa molto importante Salazar ,cioè attracco la moneta all’oro,aspetto fondamentale di cui parla la dottrina economica di Ludwig Von Mises.
Insomma pur nel suo ruralismo decrescitista impose dei limiti alla spesa.Non possiamo come liberale accettare che un governo imponga una dittatura autoritaria che reprima i diritti umani,la possibilità di fare imprese,limiti l’accesso alla tecnologia,renda un paese statico e autarchico,fuori dalla modernità.E se il salazarismo è stato il minor male tra i fascismi ,oggi vediamo in giro ,ideologie di stampo neoautoritario che vorrebbero imporre vincoli all’industria e alle libertàò individuali tanto a destra quanto a sinistra.Dai leghismi protezionistici ,fino al decrescitismo,fino ad addirittura blocchi geopolitici come la Cina che sono basati su un capitalismo gestito ancora troppo dallo stato,fino anche al pese del giustizialismo e della magistratura nel nostro paese.Insomma tutto fa pensare che con la crisi del liberalismo globale,ci sia un nuovo socialismo con tinte autoritarie che si ripropone in forme diverse ma comuni tanto a destra quanto a sinistra.E’ per questo che sarebbe cosa buona che i partiti di centro ,liberali,popolari ,si unissero.Dovrebbe venire il tempo di una sana tecnocrazia economica che ci riporti ai veri princpi dell’economia quando essa nacque con Adam Smith ,e quei principi millenari che muovono la produttività nel mondo,ci fanno sempre capire,anche quando ci sembra di aver perso la bussola,che le industrie quelle che lavorano veramente e non sono carozzoni aiutati dallo stato,sono anchesse portatrici di democrazia e libertà ,difendono le libertà individuali,piu’ di governi che devono sistemare e soddisfare miriadi di parassiti improduttivi.Perchè legare questi due aspetti che paiono non comunicare tra loro?ovvero il mondo globale del 2020 con la tecnocrazia pauperistica e anacronista di un Salazar?Penso che si possa fare il collegamento ,per far notare ,che per quanto il salazarismo sia stato una dottrina da rifiutare e gettare nel bidone dell’immondizia oggi,tuttavia si è dimostrato la meno feroce tra le altre dittature proprio perchè forse gestita da economisti con elementi economici ,e con elementi economici importanti per noi liberali,come l’attracco della moneta all’oro ,e il pareggio di bilancio ,quindi la riduzione della spesa pubblica (anche se vediamo in Salazar ci fu anche una forte tassazione iniziale),per significare che spesso nella storia tutte le dottrine piu’ fantasiose che perdono l’orientamento dell’economia come triste scienza sono destinate a fare immensi danni umani e sociali.

EDOARDO BUSO