
Piu’ osservo la crisi del coronavirus sopprattutto nella nostra nazione l’Italia,piu’ mi accorgo che non è vero il detto che si sente molto in giro in questi anni secondo cui l’economia avrebbe un ruolo piu’ preponderante della politica tanto da porsi al di sopra della politica.
Certamente l’economia condiziona le scelte di qualsiasi politica,in quanto la società moderna sia essa ad economia pianificata od ad economia capitalista,deve sempre rispondere di procedimenti materialistici,come le stesse economie nazionali devono rispondere di scelte non loro ,all’interno della piu’ vasta economia internazionale.In q uesto senso la sfida della cibernetica quando il mondo occidentale si apri ad essa,fece gravitare verso il basso le economie pianificate che potevano resistere all’interno del sistema autarchico nazionale (Urss)ma non riuscirono a sopportare l’impatto della concorrenza capitalista nel campo informatico e delle nuove tecnologie,immesse nel mercato anche azionario,
Ma dopo i primi anni novanta,che videro l’imporsi nel mondo del cosidetto neoliberalismo globale,quanto è cambiato questo neoliberalismo da quegli anni?Si,molto è cambiato,perchè non si è realizzata una cooperazione e una governance veramente integrata nel campo economico a livello globale.I governi pian piano sono riusciti ad erodere il potere del mercato globale,a tornare ad un sostanziale neo nazionalismo in molti ambiti della vita economica e sociale.Hanno contribuito a questa involuzione fattori interni alle stesse economie capitaliste,come scelte di egoismo nazionale e protezionismo ,fino a movimenti sociali contrari alle logiche globalizzatrici che sono riusciti ad incidere nei comportamenti delle masse,dai new global al popolo di seattle,fino al nostro movimento cinque stelle italiano che è riuscito a governare per ben due volte nel nostro paese,ma hanno contribuito al far cadere il mondo nel collasso del neo nazionalismo anche le guerre finanziate dall’Occidente e dal suo apparato militare industriale come dicono i libertari.
Ad oggi negli stati europei c’è un ritorno ad un sistema che vuole privilegiare le scelte politiche sopra le scelte economiche,pensiamo alla crisi legata al coronavirus e alla solidarietà europea,e alla scelta dell’Italia di non intingere alle risorse messe ad disposizione dall’Ue come il Mes per velleitarie scelte sovranistiche.Segno tangibile del fatto che le nazioni hanno ancora un peso troppo forte in Europa nonostante si dica il contrario,fino all’Ungheria di Orban con un regime semi autoritario che viene sopportata dalla comunità europea anchessa per il suo peso geopolitico e economico,fino ai nuovi paesi europei che forze politiche vorrebbero integrare senza che essi rivedano veramente il loro debito pubblico come l’Albania,segno che non esistono dei veri meccanismi economici di controllo del debito degli stati.O pensiamo a come in italia abbiamo visto succedersi due governi sostanzialmente sovranisti (il primo quello gialloverde)e poi quello giallorosso che è anche favorevole alla Cina neocomunista.Il partito democratico pur di avere consenso nella popolazione (populismo)si è inginocchiato ai cinque stelle.Si pensi poi che in alternativa ad un governo Salvini Di Maio Conte che faceva fatica a nascere è stata scartata in Italia pure la scelte di un esecutivo guidato da Carlo Cottarelli ex del fondo monetario internazionale.E poi che dire dei rapporti internazionali,dove gli stati europei si contendono i favori di stati autoritari come la Russia e la Cina dove la politica e lo stato hanno un peso ancora maggiore che in Europa anche sul tema dei diritti umani e cìvili.
Segno che c’è veramente un in-voluzione del determinismo globalizzatorio ,e che è proprio una favoletta quella secondo cui sarebbero i mercati che governano il mondo.Anzi forse c’è adesso piu’ che mai un capitalismo di relazione e mafioso legato alle appartenenze politiche piuttosto che un sano capitalismo concorrenziale e orizzontale.
Si pensi che Tangentopoli riusci a fare fuori con processi politici una classe politica inetta,ha reso palese e patente agli italiani il sistema compromissorio di aziende pubbliche e potere politico che vigeva fino ai primi anni novanta,ma nonostante questo processo alla politica ,il peso del politico sull’economico è ancora troppo forte nella nostra nazione.
Tanto che l’Italia è anche il paese dove la politica riesce a condizionare la tecnologia (avendo riempito il parlamento di deputati e senatori con spesso laurea in legge ,e dove mancano gli scienziati a tutto tondo).
Invece negli stati uniti ,che sono stati adittati dalla stampa internazionale come il paese del nuovo sovranismo ,sono ancora il paese dove l’economia condiziona piu’ fortemente la politica del presidente repubblicano Trump anche in tema di superamento del lock down.
Certo come avvisano gli economisti libertari legati alla scuola di Von Mises ,Rothbard e Hayek,il problema sta anche nella forza dirompente delle bolle speculative create ad doc dalle banche centrali che sottomettono il mercato,la concorrenza e portano alla de-industrializzazione.
Ci troviamo cosi in un passaggio come dice il sociologo Luca Ricolfi dalla società signorile di massa (legata secondo me al fatto che c’è piu’ gente che parla,scrive,che gente che lavora )alla società parassitaria di massa,dove l’individuo è sostenuto dall’assistenzialismo statale ed è condizionato da esso.
In un articolo sul blog Von Mises Italia si parla giustamente di come ormai una cabala di comunisti in Europa non perda giorno per screditare la globalizzazione e il mercato libero,ma invece quello che serve per superare la crisi è proprio una globalizzazione basata sull’economia,la scienza e la tecnologia e la ripresa di una maggiore cooperazione tra stati occidentali.
EDOARDO BUSO