
Spesso quando si parla di libero mercato e di ideologie connesse l’uomo della strada collega il concetto di mercato con quello di concorrenza e profitto,e pensa che sia il mercato colpevole di una situazione stagnante dell’economia,dove il nostro uomo della strada sia esso giovane o vecchio,non ha trovato nel tempo le condizioni per emergere.
La letteratura moderna d’altronde è piena di esempi (da Italo Svevo a Pirandello in Italia per esempio)di come la società borghese,crei le crisi esistenziali che vanno curate tramite la psicanalisi,ovvero tratta di come la società competitiva,dedita al lavoro ,al risparmio e al sacrificio ,magari in ambientazioni anonime ,monotone e poco avventurose (dall’alienazione industriale dell’operaio taylorista,fino all’alienazione del manager borghese),sia un destino cupo per l’essere umano.
Ed è dagli anni settanta che si fanno strada teorie tra le piu’ controverse su come riscoprire metodi di vita pre-industriali e abbandonare gli establishment dei paesi ricchi,tifando per i paesi poveri,dalle rivoluzioni latino americane fino ai dirigismi dell’est europa.Naturalmente i cicli economici cambiano ogni decennio,e da un decennio di crescita sfrenata dei consumi come furono gli anni ottanta di Regan e Tatcher si potrà passare sempre rimanendo nel mercato libero,a un ciclo dove i consumatori sceglieranno prodotti ,stili di vita e consumi piu’ sostenibili.Di questo parlero’ tra poco.Ma innanzittutto bisogna capire come mai il termine mercato e competitività faccia venire tanti mal di pancia.Penso sopprattutto in Italia rispetto al nord europa o al nord america,perchè veniamo da una tradizione politica che ha visto oltre al fascismo con la sua autarchia,fino a un partito comunista tra i piu’ forti dell’europa occidentale,abbiamo anche vissuto per cinquanta anni sotto il dominio di una democrazia cristiana che dopo il degasperismo si è spostata sempre piu’ a sinistra,a volte confondendo il tema della programmazione economica che a quei tempi andava molto con quello della pianificazione.I laici come Ugo La Malfa che cercava di portare un “liberalismo soft” all’interno dei palazzi del potere ,provenendo da esperienze come quella del fondo monetario fu sempre malvisto dalle grandi maggioranze.Ed oggi il governo è in mano a dei partiti postcomunisti tra cu spiccano i cosidetti “catto-comunisti” come il Pd e l’ala protestataria dei movimenti di piazza populisti (presenti anche a destra con tinte nazionalistiche),e che hanno una storia bipartisan dal 68 e dalla contestazione fino al giustizialismo degli anni novanta e al “popolo viola”.
Il tema riccorrente sia del cattocomunismo sia del grillismo che è la versione piu’ giustizialista di esso,è la critica coniugata tra cristianesimo e “postcomunismo” del “mercato” commutata dal Vangelo ,nel passo in cui Gesu’ da questi filoni storico -politici viene fatto passare per un antimercatista in quanto scaccio’ i mercanti dal tempio.
In certi rivoli di queste culture politiche si denota la lettura della società in modo cristiano,dominata dall’assunto secondo cui il ricco è sempre prepotente ed è difficile si salvi ,mentre c’è un elevazione del povero.Cosa diversa dall’etica protestante che fece sviluppare tramite il calvinismo in Europa e negli Usa concetti quali il risparmio e il capitalismo.Sullo stato spendaccione e assistenzialista ci sono già diversi articoli su questo sito,quindi tralasciamo per rendere piu’ veloce la lettura.
Adesso bisogna giocoforza che ci concentriamo su quanto il mercato libero ha fatto per l’umanità,Ecco io penso che per capire il concetto di mercato ,e poterlo salvare per le prossime generazioni,sia neccessario comprendere il concetto di libertà e creatività.Infatti Von Mises e i professori che ne spiegano le teorie partono sempre inizialmente spiegando l’assunto che il mercato e l’ideologia del mercato libero ovvero il liberalismo,nascono proprio grazie alle azioni individuali delle persone umane,che attribuiscono un valore a dei beni esistenti in natura o trasmutati grazie anche a tecniche rudimentali.Se per esempio un uomo primitivo disponeva di piu’ ascie e le metteva in ” vendita” era proprio il consumatore che scegliendo quale ascia era la migliore per se’ dava un valore al prodotto.
E lo stesso è ancora oggi,perchè è il consumatore con la richiesta ,le neccessità e i bisogni che permette all’imprenditore tramite l’esercizio della conoscenza di capire quale prodotto proporre allo stesso consumatore.Ecco che il sistema dei prezzi si forma in base alla neccessità ,qualità e richiesta da parte del consumatore di un dato prodotto ,nonchè dal costo di produzione che comprende il lavoratore salariato,il costo delle materie prime ecc.
Il liberalismo ha permesso ai consumatori di scegliere in un mercato concorrenziale non solo chi far vincere o perdere nella gara di produzione,ma anche il consumatore può scegliere tra mille prodotti diversi,può scegliere anche di produrre lui stesso qualcosa e di metterlo in vendità,non solo prodotti materiali ma anche prodotti culturali o spirituali.Tutta questa gamma variopinta di prodotti anche culturali non sarebbero stati possibili in un economia pianificata.Se è vero come dice Marx che le ideologie derivano dalla strutturazione sociale in cui hanno ruolo preminente i mezzi di produzione (materialismo storico)è vero dunque che in un economia non pianificata è piu’ possibile si sviluppino ideologie nuove (dalla cultura hippy all’ambientalismo ),creazioni artistico culturali e anche prodotti fisici che vengono innovati nel tempo o nuove invenzioni addirittura.
Tutto questo bagaglio di creatività e libertà individuale verrebbe a mancare in una società dove solo poche menti pianificano la vita (culturale e materiale)di intere comunità.
Da un certo punto di vista l’anti-mercatismo che spesso è critica che comprende temi diversi,(dalla critica all’establishment e alla governance mondiale,fino alla critica alle multinazionali,fino al concetto di meritocrazia in quanto sarebbe meglio che tutti fossimo uguali e non emergesse nessuno di piu’ alto valore),è anche un tentativo di certe componenti politiche di coprire i ritardi in termini di innovazione,tecnologia ,libertà e diritti individuali degli statimo magari della mancanza negli stessi stati di ascensori sociali dinamici (rispetto ad ascensori sociali politici,governativi,o burocratici.)
In questo senso molte persone che per incapacità propria o anche scarse possibilità offerte dal sistema nazione nel suo insieme,si rifugiano in ideologie come quella che critica il libero mercato e lo sviluppo se non proprio anche l’innovazione in tutte le sue varianti.Non parlo in qeusto articolo di innovazione morale come la libertà di drogarsi o altre,qui mi riferisco piu’ che altro alla innovazione tecnologica.
Tutti abbiamo capito che sarà neccessario nel futuro cambiare modello di sviluppo,ma sarà importante che questo cambiamento sia non guidato da una pianificazione centrale ma dalle scelte,gusti e creatività individuale e di gruppi di persone cooperanti tra di loro.E’ in questo senso che si può cambiare sviluppo,ma non si può pensare che il tema stesso dello sviluppo e della crescita sia messo alla berlina,considerata la crescita economica come qualcosa di appartenente al passato e rimasta solo nella mente degli economisti.Nel mondo anche purtroppo grazie al coronavirus ,una pandemia che ridisegnerà geostrategie globali ,la geopolitica,e rischia di creare crisi anche gravi a livello di beni primari alle economie piu’ povere,si sta tentando di far passare che la soluzione migliore sia una pianificazione economica e l’abbandono dei temi liberali che sono stati presenti nell’establishmente mondiale occidentale sopprattutto negli ultimi cinquanta anni.La decrescità pianificata non sarà mai un bene per le nazioni e gli individui,come tutte le politiche che criticano il progresso e la creatività umana.Ed è proprio il concetto di creatività che si abbraccia con quello di mercato,come diceva Schumpeter l’economia capitalista è un continuo distruggere e ricreare,tramite l’innovazione e la creatività umana.Rimane la domanda del titolo:dopo il coronavirus avremo ancora un ordine mondiale basato sul mercato?Secondo me pur questa pandemia metterà in crisi l’ordine liberale a livello geopolitico o in altri punti,il mercato rimarrà la forza trainante del sistema economico,ricordando la superiorità dell’occidente però basato non solo sulle forze produttive ed economiche ma anche sulla libertà ,creatività e democrazia popolare,rispetto al tanto sognato Oriente da forze politiche illiberali.
EDOARDO BUSO