Le istituzioni economiche internazionali chiedono che in Europa e sopprattutto in Italia si formino dei governi che durino piu’ tempo.Infatti non a caso il nostro paese ha una storia fitta di governi che duravano poco tempo ,poi cadevano e poi si riformavano.L’ingovernabilità dell’Italia ha origine in diversi fattori perturbativi che si sono formati e sedimentati nel tempo,dal dopoguerra la Democrazia cristiana aveva assunto molti avventizi sotto lo stato e nelle precarie condizioni di quegli anni ,avevamo già iniziato a dilatare enormemente il comparto pubblico in molte regioni di Italia.Ma un altro fattore determinante fu il potere del partito comunista che non fu mai partito di governo ,ma aveva una grossa base di consenso nella società,tanto che si parlava di Fattore K.Infatti i governi si formavano sempre tra forze che tentavano di andare d’accordo partendo da concezioni moderate e dentro i meccanismi della democrazia capitalista occidentale,ma spesso era difficile mettere d’accordo forze laiche e liberali dai repubblicani ai socialisti democratici fino ai liberali con il monolite conservatore la cosidetta balena bianca ovvero la democrazia cristiana.E la democrazia cristiana un pò per aumentare il suo consenso un pò perchè coerentemente optava per soluzioni di questo tipo,ingigantiva il debito pubblico attraverso la spesa proprio per venire incontro alle fascie di popolazione piu’ debole che altrimenti sarebbero finite nel campo avverso cioè nel partito comunista che per un certo periodo fu attratto anche dentro l’orbita del cosidetto Patto di Varsavia.
Ma non dobbiamo pensare che il problema di governi volatili che non riescono a fare riforme incisive sia solo una prerogativa italiana.Anche altri paesi europei sopprattutto adesso in tempi globalizzati stanno facendo i conti con governi sempre piu’ instabili con maggioranze risicate e forte astensionismo popolare nelle votazioni.E’ il caso della Francia attuale,della Spagna ma anche qualche anno fa del Belgio sede del parlamento europeo,che è rimasto per un lungo periodo senza un governo.
Insomma nei tempi della globalizzazione le istituzioni economiche preferiscono elogiare un regime come quello cinese capital-comunista dove mancano alcuni basilari diritti umani ,ma che riesce a programmare la sua politica economica su scaglioni di tempo piu’ lunghi.Si parla in Cina addirittura di un governo quello attuale che ha programmato interventi che dureranno fino al 2050.Non a caso in Cina il presidente viene concepito quasi con un ruolo a vita una volta eletto.
Il problema secondo me della volatilità dei governi non è risolvibile solo rafforzando la cooperazione europea,e un governo europeo sovranazionale ,si nota proprio nelle ultime settimane che anche li noi europei abbiamo delle competizioni tra stati (Germania contro Francia)e un governo europeo in bilico ,l’esecutivo di Ursula Von Der Layen è in crisi.Il problema della resistenza dei governi è posto da due fenomeni che non dovrebbero mai essere obliterati.Il primo è il consenso popolare,come si è visto i governi europei degli ultimi anni non hanno un forte consenso popolare.C’è una forte contrapposizione tra elite politiche ,elite popolari e civili e base popolare.Ed infatti si paventa sbagliando che il sovranismo sia solo il movimento delle masse popolari dal basso che rifiutano la globalizzazione e la società aperta,quando invece il tema della sovranità è sentito sia a destra sia a sinistra.Insomma il popolo vede che le elite politiche ed economiche non tengono conto dei suoi bisogni e lo lasciano in balia delle forze maggiori della globalizzazione con la sua competizione estrema.I rimedi che spesso però sceglie il popolo alla competitività globale che ha aspetti fiscali,economici,e sociali ovvero di welfare state,può dimostrarsi peggiore della globalizzazione stessa,come affidarsi ad elite della classe media popolare in lotta sia a sinistra che a destra con le multinazionali e la tecnostruttura economica globale,quindi anche in lotta contro i vantaggi della globalizzazione in tutti i campi tra cui la tecnologia, e il progresso.In questo senso il sovranismo come vediamo con il movimento cinque stelle si trasforma in populismo demagogico se non in vero proprio antagonismo al progresso tecnologico.
Se prima ho detto che le elite globali non possono fare a meno del consenso per garantirsi la governabilità,non possiamo tralasciare di dire che le cosidette elite non sono un unica entità,ma sono piu’ entità spezzettate con fini e motivazioni spesso in antagonismo tra loro.E’ in questo senso che le elite politiche degli stati nazionali anche se vogliono un mondo globalizzato dominato dal commercio mondiale e dal liberoscambismo ,tuttavia non possono allo stesso tempo fare completamente il gioco delle elite transnazionali e multinazionali ,perchè hanno da tutelare le nazioni e i popoli.E’ in questo senso che si vede l’importanza degli stati nazionali,che sono uno strumento della globalizzazione ma allo stesso tempo un freno ad essa.Non si può percio pensare di garantire governabilità al di fuori di concetti come confine e territorio,ma questo è un altro aspetto del problema che non analizzero in questo articolo.In un certo senso si può dire che le elite politiche nazionali debbano da un lato cercare il consenso del popolo e delle elite civile delle classi medie,dall’altro lato devono cercare il consenso delle elite transnazionali del potere economico commerciale ,produttivo e sopprattutto finanziario mondializzato con anche le istituzioni che ne fanno le veci(sistemi bancari globalizzati ecc).
Negli ultimi tempi vediamo che questo meccanismo di mediazione si è un pò inceppato ,lo dimostra nel suo piccolo anche il caso Ilva.Insomma pare che questo ultimo governo non riesca ne ad attirarsi il consenso popolare,ne a attirarsi il consenso delle elite sovranazionali economico finanziarie.I governi di tutti i paesi hanno le loro difficoltà,ma sopprattutto chi piu’ chi meno tutti i paesi democratici.Infatti la democrazia può incepparsi per diversi motivi,lo dimostra il caso americano ,dove un elite politica nazionale come quella Trumpiana costituita anche da persone insider al mondo della finanza e della ricchezza,e a volte bloccata da presunte o reali indagini promosse dall’opposizione.Questo non potrebbe per esempio accadere in Cina.E’ un difetto ed anche un pregio della democrazia,ma in Italia questo fenomeno assume connotati rischiosi,perchè la democrazia e tutti i governi sono bloccati da un assetto costituzionale farraginoso,e da un sistema di giustizia lento e burocraticizzato alla massima potenza.Infatti non si riesce a mettere mano in Italia a delle riforme che rendano la macchina di governo piu’ duratura e spedita come quelle chieste da anni dal Fondo monetario internazionale.Allo stesso tempo mentre in molti paesi europei pur con tutte le difficoltà che esistono nei programmi politici e nelle ideologie partitiche,si determina una virtuosa collaborazione tra partiti politici di diversa estrazione,tra maggioranze e opposizioni,si pensi al caso della Germania e di altri paesi nordici ma anche della Grecia che è appena uscita da un periodo di forti cambiamenti strutturali.In Italia invece si sta formando ultimamente e nuovamente come nel passato un muro di divisione e odio tra centro destra e centro sinistra,un nuovo bipolarismo che tenderà sempre a rinnovare elite politiche instabili,come un uso spregiudicato della magistratura a scopi di far cadere l’avversario.
In questo senso e per queste dinamiche hanno ragione le istituzioni internazionali che oltre a far pesare i dati negativi del nostro paese dal debito pubblico alla stagnazione industriale e produttiva,fanno notare il problema della ingovernabilità.
Naturalmente come ho già detto la democrazia quando ha un economia instabile riversa la sua instabilità anche nel dibattito politico che è un vociare confuso e aggressivo del tutti contro tutti.Ma urge anche fare una disanima di quello che succede in altre parti del mondo dove non c’è una reale democrazia,ma magari ci può essere un sostanziale avanzamento economico e un benessere che prima la popolazione non aveva,e il caso di governi che durano da molto tempo,eletti o meno,i due eletti sono la Russia di Putin e la Turchia di Erdogan,quello non eletto è la Cina di Xi Jinping.
I governi dei paesi emergenti sono riusciti a districarsi con un modello proprio e hanno fatto marciare la globalizzazione verso i loro interessi come è successo in Russia e Turchia,anche se anche queste due nazioni si pongono spesso in contrapposizione alle elite transnazionali e alla società aperta,e hanno molte falle economiche interne,dopo un periodo infatti di miracolosa crescita economica scontano i rischi di recessione.
Per quanto riguarda la Cina invece li il potere politico è riuscito a far avere dei sostanziali avanzamenti in ogni campo,scientifico,tecnico,economico ,materiale ecc,ma forse a parte il benessere economico graduale che ha investito la popolazione il governo è sentito come lontano e astratto dalla società civile.
In Italia forse la soluzione sarà quella richiesta dal quotidiano Il Foglio,ovvero una alleanza tra partiti opposti come Italia Viva di Renzi con la partecipazione di Forza Italia e altre forze liberali minori e la Lega Nord di Matteo Salvini,per creare un governo solido che possa accontentare istanze di destra e di sinistra,anche se altri elementi dovranno essere mitigati in una cornice di governabilità,come il tema dei nuovi diritti penso per esempio ai diritti lgbt o le adozioni alle coppie gay che potrebbero trasformarsi in elementi di attrito tra partiti di governo e atti a governare e creare coesione sociale.Un pò tutte le richieste di maggiori diritti in ogni campo ,ovvero le risen expectative ,sono un fenomeno su cui sorvegliare,sopprattutto in nazioni che scontano ancora ritardi tecno-economici e che devono creare governabilità politica su temi piu’ importanti come le infrastrutture tecnologiche e la crescita del pil industriale.A mio modesto avviso tenere in stallo il parlamento come è stato fatto anni addietro per parlare di embrioni,o coppie gay è come darsi ulteriormente la zappa sui piedi.
EDOARDO BUSO
