Il ritiro delle truppe americane dalla Siria,il mancato sostegno ai curdi ridisegna con un esemplare autogol americano la geopolitica di questa area calda del mediooriente.Certamente il termine autogol non è un caso,Trump all’interno degli stati uniti perde credibilità non solo di fronte ai suoi avversari ma anche di fronte ai repubblicani che si dividono tra teoconservatori,pentecostali,evangelici,millenaristi ,conservatori moderati e neoconservatori tesi al sogno di democratizzare e occidentalizzare ampie zone del mondo.Solo pochi repubblicani di stampo libertario condividono la scelta di Trump e sono quelli piu’ coerenti come Ron Paul e Pat Buchanan che già negli anni novanta criticavano l’interventismo del primo Bush nel golfo in Irak,sono i piu’ isolazionisti anchessi di matrice cristiana evangelica che criticano ogni tentativo da parte degli Usa di esportare la democrazia o intervenire in scenari in cui ci siano minacce palesi ai diritti umani.
Ma la colpa non è solo di Trump e della sua amministrazione che certamente ha una buona performance nella politica di lotta alla disoccupazione interna,nell’apertura al dialogo con la Nord Corea ,nell’aver ridimensionato quella che poteva trasformarsi in un escalation di violenza contro la Russia se fosse andata al potere Hillary Clinton,ed è proprio per questa sua vicinanza alla Russia di Putin che sono nate tutta una serie di interferenze governative tali da poter attaccare un presidente poco amato da molte elite politiche mondiali.La scelta di ritirare i soldati potrà essere ben vista dai padri e madri degli stessi li negli Usa,ma crea un vuoto internazionale ,che è stato sbagliato far coprire ciecamente dalla Turchia di Erdogan.
Erdogan poi da membro della Nato era dapprima corteggiato per la crescita economica della sua nazione e per il ruolo militare raggiunto all’interno della alleanza,era stato coinvolto nella lotta contro l’Isis sia da Bush figlio che da Obama.E bisogna ricordare che la guerra in Siria ebbe una lunga gestazione e di sicuro non nacque con l’amministrazione Trump.Gia Obama secondo certi analisti piu’ neocon e filo israeliani come Carlo Panella ,aveva sbagliato a ritirare parte delle truppe da scenari di guerra e a pensare di combattere la guerra solo con i droni,quando anche Romano Prodi diceva in una sua lettera che per vincere il terrorismo servono i boot on the grounds.
Gli Usa si ritirano e Iran e Russia mostrano i muscoli,Erdogan da partner della Russia nazione sulla quale si era ripiegato dopo le nostre colpevoli negazioni al farlo entrare in Europa,diventa successivamente nemico della Russia.E adesso a difendere e collaborare con i curdi restano Iran e Russia che ridaranno il controllo della Siria ad Assad.Insomma in poche parole Assad ha vinto la guerra in Siria,e il piano geopolitico della Nato iniziato da Obama e terminato con l’ascesa della Turchia grazie a Trump,è destinato a fallire.Anche Erdogan troppo isterico contro i curdi per accorgersene sta facendo mosse controproducenti,contro la Turchia potrebbero scagliarsi paesi Nato e paesi anti-Nato.Insomma Erdogan potrebbe essere sempre piu’ circondato.Ed è un peccato perchè la Turchia era un paese che ha saputo produrre ricchezza,ha saputo investire,si era ritagliata un ruolo,e noi occidentali colpevolmente per il suo sentire islamico (ma di origini storiche laiche,si pensi ad Ataturk)l’abbiamo isolata dallo scenario internazionale anche cercando (Robert Kagan) di fargli un colpo di stato in casa.
Se c’è il rischio di impeachment di Trump e ci trovassimo un nuovo presidente repubblicano interventista o democratico interventista la Turchia cadrebbe subito nel mirino dei millenaristi espansionisti e aggressivi del Pentagono,e la situazione potrebbe degenerare.Fino ad adesso ne tra i democratici ne tra i repubblicani che si candideranno alle elezioni del 2020 ci sono dei filorussi,o filo iraniani,tutti vorrebbero un regime change in Iran e Russia e di sicuro tutti interverebbero in Turchia.
Gia Erdogan impaurisce e ricatta l’Europa volendo far sbarcare da noi miriadi di migranti fuggiti dalla Siria e dalla Libia che conteneva grazie ad un accordo siglato un anno fa con Angela Merkel.
Insomma come negli anni settanta quando Jimmy Carter capitolo’ con l’Iran di Khomeini,anche in questo 2019 Trump si è dimostrato un “pacifista” a metà,ritirando i soldati dalla Siria ,dando mano libera a Russia e Iran ma non potendolo fare dichiaratamente pena di attirarsi le ire del congresso e del pentagono,ha fatto una scelta molto sbagliata quella di far subentrare un partner innaffidabile come la Turchia anti-curda di Erdogan,forse era meglio fare entrare in pompa magna la Russia di Putin,nazione che sicuramente non è gradita dalle elite mondiali.
EDOARDO BUSO