Il governo di Emmanuel Macron durante le proteste dei gillet gialli ha convocato un “conclave” per abbassare alcune tasse e aumentare alcuni bonus sociali,in Italia pare difficoltoso sia fare delle riforme liberali sia incidere profondamente con leggi che favoriscano la solidarietà e il sociale,forse e purtroppo perchè i governi durano poco tempo,le coalizioni sono sempre in contrasto tra di loro,e non c’è un vero potere presidenzialistico come in Francia.
Tuttavia questo articolo vuole che gli intenti patenti del prossimo governo che forse si formerà a sinistra con movimento cinque stelle e partito democratico,che rappresentano il governo giallo rosso,sia un governo fortemente sociale come dovrebbe essere storicamente la tradizione delle componenti politiche della sinistra.
In particolare come hanno ribadito associazioni del terzo settore ,e dell’associazionismo cattolico e laico,non ci si può accontentare solo del reddito di cittadinanza,che è un prolungamento con modalità nuove del reddito di inclusione,perchè queste due misure,sia il reddito di cittadinanza sia il reddito di inclusione hanno due caratteristiche comuni.La prima caratteristica è che non riescono a coprire la maggioranza dei poveri in Italia,la seconda è che non tengono conto che la povertà non è solo quella di chi non trova un occupazione e che si potrebbe risolvere tramite lo sviluppo industriale,la innovazione e la competitività,ma la povertà è anche quella di chi non può lavorare o trova difficoltà a lavorare.Ecco che si apre il tema delle disabilità ,perchè in Italia nonostante servizi di inserimento lavorativo di persone disabili,e sostegno al reddito dei non autossufficienti con il cosidetto assegno di invalidità (che è molto basso rispetto ad altre nazioni europee e andrebbe alzato almeno fino a 700 euro),tuttavia nel nostro paese solo una piccolissima parte di chi è disabile sia fisico che psichico ed rientra nelle categorie protette con la famosa legge 68 ha trovato un lavoro e un percorso di lavoro adatto.Migliaia di disabili sono costretti a casa sostenuti dalla famiglia di origine o da strutture (poche e strutturalmente in stato penoso)con l’aiuto di associazioni e volontariato.Andrebbero invece garantiti percorsi di formazione al lavoro,di sostegno psicologico e psico fisico sopprattutto negli spostamenti del disabile,lavoro in loco per i disabili e per i giovani italiani che si potrebbe raggiungere con una riconversione ecologica della società ,tramite la green economy e con l’implemento della formazione al lavoro e del tempo da dedicare alla comprensione e alla cultura.
Oggi infatti si nota anche per chi non è disabile ma è giovane e non riesce ad entrare nel mondo del lavoro,che i percorsi scolastici sono stati poco educativi della sfera professionale e troppo nozionistici, fuori dal tempo della globalizzazione.Allo stesso tempo va rimodulato il welfare state che è basato su un familismo anomalo,sullo scaricare sulla famiglia tutto il peso del disagio sociale sia dei disabili sia dei giovani sia degli anziani,che non hanno strutture protette dove vivere anche comunitarie,luoghi di ritrovo,formazione al lavoro adatta ai tempi che corrono per vincere le battaglie della produttività globale,e mezzi di spostamento veramente efficienti.Un primo passo dovrebbe essere riformare completamente l’assistenza sociale sulla servono nuove linee guida,sopprattutto dopo i casi incresciosi di Bibiano e dei minori in Emilia Romagna.Bisogna che l’assistente sociale abbia i mezzi per aiutare veramente le famiglie e questi mezzi devono essere mezzi economici messi a disposizione dallo stato come succede in molti paesi del nord europa come la Svezia,aumentare la “socialità liquida” aumentando i soldi destinati agli assegni di invalidità, e un programma di formazione al lavoro ma che non termini con il lavoro e sia formazione permanente dell’individuo,tramite la possibilità di essere seguito sia esso disabile o no,da psicologi,assistenti sociali,associazionismo nel suo percorso di inserimento nella società.
Servono inoltre dei mezzi di trasporto come gli autobus pubblici che dovrebbero essere gratuiti per tutti i cittadini italiani e pagati con una tassa unica da tutti i cittadini,eliminando l’obbligo di comprare il biglietto o l’abbonamento.Allo stesso tempo va gestita una rivoluzione della produttività che metta al centro la competitività del sistema industriale,con un abbassamento delle tasse e del cuneo fiscale su chi produce,e regole europee piu stringenti sulla concorrenza sleale di multinazionali di tutto il mondo che ci vendono i loro prodotti ma non rispettano i diritti umani.
Speriamo che il tema del “sociale” sia un tema preponderante per questo prossimo governo.
EDOARDO BUSO