Ho visto da poco un video su you tube in cui l’ex ministro dell’economia Giulio Tremonti ha detto che lui è sempre stato alla fin fine un populista e che con il governo giallo verde e che i sovranisti a livello internazionale è come se “i cuochi abbiano preso il timone o governo della nave”.Insomma gli ultimi quelli che un tempo erano scartati per le loro idee avverse alle menti eccelse ed eccellenti di una globalizzazione forsennata oggi governano.
Da un lato Tremonti ha messo molta carne sul fuoco,ma è anche vero che fu uno dei pochi ad accorgersi in tempo che la globalizzazione cosi come si è sviluppata avrebbe fatto piu’ male che bene.Tremonti nel suo libro La paura e la speranza afferma che la globalizzazione che è una cosa positiva di per se.è stata un processo troppo veloce,che è coinciso con una nuova ideologia cioè quello che lui chiama “mercatismo” ovvero la riduzione a merce di tutti gli aspetti della vita,della società civile ,e della politica umane.Le poche nazioni che oggi sono fuori da questo meccanismo “mercatista” sono nazioni isolate ,autarchiche con pesanti sanzioni come la Corea del Nord ,l’Iran o il Venezuela che sono anche ai ferri corti diplomatici con altre nazioni piu’ grandi e piu’ inserite nei meccanismi di mercato.
Tuttavia non si può confondere “mercato” con democrazia,perchè oggi in tutte le nazioni della terra esistono sistemi di mercato e liberoscambio ,anche nella isolata Corea del Nord dove non esistono le votazioni politiche e non c’è una democrazia rappresentativa ma bensi una casta che si auto-tramanda il potere politico,esecutivo, e giudiziario.Lo stesso Iran invece che è isolata e subisce la pressione di molte sanzioni da Europa e Usa ,è una nazione dove tuttavia si svolgono libere elezioni.Il Venezuela infine è tra le nazioni poste sotto il controllo delle agenzie segrete quella che piu’ assomiglia ad una nazione occidentale ,perchè a parte avere un sistema di scambio interno di tipo socialista o meglio dire che verte al socialismo reale,è tuttavia una nazione dove esiste un sistema di democrazia rappresentativa di elezioni e che non arrichisce l’uranio con l’ipotesi a detta di agenzie internazionali di creare bombe atomiche.
E poi non bisogna scordare che la Cina dopo il lungo periodo di isolamento internazionale con la rivoluzione maoista si è aperta al mercato dagli anni ottanta,ed anzi è una delle società piu’ dinamiche a livello economico commerciale,pur non avendo un sistema democratico ed elezioni libere.
Nel mondo ci sono nazioni poi come l’Arabia Saudita o gli Emirati arabi che nonostante il loro primato in certi mercati mondiali come il petrolio non hanno votazioni interne,perchè sono ancora Monarchie assolute.
Insomma è difficile discriminare cosa può essere piu’ o meno democratico.Anche perchè se da un lato Europa e Stati Uniti si sono ritagliate nel tempo per causa dell’avversione al blocco comunista , il ruolo di garanti della democrazia nel secondo e terzo mondo,tuttavia molte nazioni europee e anche gli stessi Usa hanno utilizzato il loro potere per cambiare regimi esistenti e renderli piu’ funzionali ai loro interessi o ideologie strategiche.Cosi come continuano a fare e cosi come hanno fatto l’Unione Sovietica e la Cina e continuano a fare oggi Russia e Cina.
Ma è evidente che a livello economico una globalizzazione troppo rapida che ha confuso il concetto di democrazia con quello di mercati aperti e liberoscambio ,ha ampiamente daneggiato sopprattutto le economie che un tempo avevano raggiunto parametri di apertura,libero scambio e democrazia interna sia a livello “spirituale” come la libera circolazione di idee ,sia a livello sociale con il welfare state ,piu’ alti del mondo.
Il fatto che con trattati come il WTO degli anni novanta fortemente criticati dal popolo di seattle in quegli anni,si siano aperte le porte alla concorrenza a basso costo cinese,ha rappresentato una forte perdita di potere d’acquisto da parte delle classi medie e povere dell’Occidente.Oggi la Cina è un economia rampante che è riuscita a far concorrenza agli americani in settori come le fibre ottiche,la componentistica per cellulari,i computer,i robot e via dicendo.Mentre nazioni come l’italia sono ancora indietro nella innovazione tecnologica sia industriale sia sociale o meglio dire a livello di utilità pubblica.
L’apertura indiscriminata a paesi come la Cina che hanno dato l’assalto ai mercati mondiali con i loro prodotti a basso costo,rappresenta anche forti fattori di rischio nell’assestamento geopolitico mondiale.Per esempio è difficile creare dei rapporti di cooperazione a livello commerciale e militare se nemmeno le grandi potenze partono degli stessi livelli.Infatti la guerra commerciale innescata da Trump,non porterà a risultati duraturi ,perchè rimane nell’alveo delle guerre tra due superpotenze a livello militare per interessi divergenti sulla sorte del pianeta,ideologico per visioni diverse della democrazia,e commerciale appunto per stabilizzazioni “materiali e sociali” diverse.Intendo stabilizzazione materiali e sociali come livelli di welfare state e salario minimo acquisite nel tempo e che ne in Europa ne negli Usa vogliamo abbandonare per ridurci al livello salariale e welfaristico cinese.
La visione della democrazia ridotta a mercato ha inoltre aperto le porte senza se e senza ma a nazioni come la Cina ma si pone guardinga contro nazioni pacifiche come il Venezuela che viene additato come nemico mondiale solo per certe sue scelte economiche di politica interna contrarie a quelle propagandate dai massimi cervelli finanziari della globalizzazione.
E’ facile per certi alti esponenti finanziari,economici,politici,e religiosi parlare di cooperazione ma questa cooperazione è impossibile fino a che non si saranno raggiunti degli standard uguali di democrazia spirituale e welfaristica.Finche in Cina i dissidenti politici scompaiono e si fanno processi sommari ,e nelle fabbriche non esistono protezioni per i diritti dei lavoratori non possiamo definire la Cina una paese democratico con il quale cooperare.Potremmo dire invece che il Venezuela pur facendo errori ha percorso la strada piu’ equa cercando di creare una uguaglianza sociale tra i suoi cittadini,della stessa Cina.
Il discorso sarebbe ancora lungo e complesso,ma basti dire che oggi la cooperazione tra le grandi nazioni del mondo a livello scientifico,militare,e economico è ancora troppo assimetrica,ed infatti la globalizzazione si sta arenando sotto le spinte dei sovranisti.
Forse nei G20 non si sono tenuti in giusto conto questi aspetti,lasciando la riduzione delle assimetrie a guerricciole commerciali e nelle mani degli Usa che con Trump corraggiosamente stanno intraprendendo un ruolo di mediatore mondiale per portare la Cina a una rivisitazione interna delle sue prerogative.Ma adesso come adesso il lavoro è troppo arduo se non ci sono al fianco degli Usa altri attori mondiale come l’Europa.Negli stessi Usa non esiste attualmente una leadership come quella repubblicana dei tempi di George Walker Bush che abbia una visione e una strategia di lungo termine globale.
Sull’Iran per esempio sono state fatte scelte sbagliate negli anni di Obama e anche nel secolo scorso.Obama ha aperto le porte al nucleare iraniano che è un pericolo per Israele.Mentre nel novecento l’Unione Sovietica per fare concorrenza geopolitica agli Usa ,ha abbandonato Israele e si è schierata con i paesi arabi rivoluzionari come l’Iran.E’ stato cosi che difendere Israele è diventato sempre piu una tematica di destra e avversata dalle sinistre,che un tempo erano amiche di Israele,va detto che pur l’Urss ebbe inizialmente buonissimi rapporti con Israele.
Oggi è difficile pensare che si possa cooperare come vuole la sinistra europea e quella americana con nazioni come l’Iran a livello militare e la Cina a livello economico.Sarebbe stato meglio che gia negli anni novanta si decidesse a livello di grandi della terra di garantire l’apertura dei mercati a queste nazioni emergenti solo in vista del raggiungimento graduale di certi standard politico-filosofici non antitetici alle democrazie occidentali.
Come ha capito bene Trump in questi anni di governo,e scontentando i suoi falchi guerrafondai come John Bolton,adesso bisogna trattare con il metodo del “bastone e della carota” sperando che proprio dalla diplomazia “personalistica” e rilassata si possa ottenere qualcosa,infatti Trump appare nevrotico e indeciso,un giorno applica dazi alla Cina il giorno dopo ne toglie alcuni,poi minaccia di attaccare l’Iran e poi non lo fa,poi va a parlare e stringe buoni rapporti con Kim Jong Un.Insomma la diplomazia dell’emergenza,non c’è molto altro da fare.
EDOARDO BUSO